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Isernia, ‘murate’ in casa da 18 giorni in attesa del tampone: le docenti che non possono tornare a scuola

Le insegnanti dicono di stare bene e non presentare sintomi, ma dall’Asrem nessuno le ha ricontattate né risponde alle telefonate per sollecitare il secondo controllo necessario a sollevare le misure di isolamento e riprendere a lavorare


ISERNIA. Quando si parla di gestione dell’isolamento e del rientro nella comunità durante l’emergenza Covid-19, l’Asrem è molto chiara. Come specificato anche nell’ultima nota firmata dal direttore generale Oreste Florenzano e dalla direttrice sanitaria Maria Virginia Scafarto, infatti, “le persone positive asintomatiche possono rientrare in comunità dopo un periodo di isolamento di almeno 10 giorni dalla comparsa della positività, al termine del quale risulti eseguito un test molecolare con risultato negativo (10 giorni + test). Le persone positive sintomatiche possono rientrare in comunità dopo un periodo di isolamento di almeno 10 giorni dalla comparsa dei sintomi (fatta eccezione per la mancanza del gusto e dell’olfatto che possono avere prolungata persistenza nel tempo) accompagnato da un test molecolare negativo eseguito dopo almeno 3 giorni senza sintomi (10 giorni, di cui almeno 3 giorni senza sintomi + test)”. Di questi tamponi di controllo se ne occupa la stessa Azienda sanitaria. A regole così chiare, però, non sempre corrisponde un’altrettanto chiara applicazione.

Ci sono delle docenti di Isernia, infatti, murate in casa in attesa del tampone di controllo da ben 18 giorni. Sono risultate positive al virus dall’inizio dell’emergenza nelle scuole isernine – attorno quindi al 10 ottobre – ma, da allora, non sono più state contattate dall’Asrem una volta finita la quarantena. Le sfortunate docenti – che dicono di stare bene e non aver mai presentato sintomi  – hanno segnalato di stare chiamando ripetutamente l’Asrem da giorni, ma di non ricevere alcuna risposta. Lamentano l’assenza ni un numero verde alternativo da poter contattare o quantomeno di un numero dedicato dove ci sia qualcuno che risponda. Nessuno va ad effettuare il tampone di controllo, quindi non possono uscire né tanto meno riprendere servizio a scuola.

È vero che la nota diramata dall’Asrem prevede che “le persone le quali, pur non presentando più sintomi, continuano a risultare positive, in caso di assenza di sintomatologia (fatta eccezione per la mancanza del gusto e dell’olfatto che possono avere prolungata persistenza nel tempo) da almeno una settimana, potranno interrompere l’isolamento dopo 21 giorni dalla comparsa dei sintomi, salva diversa indicazione del Dipartimento di Prevenzione”. Dunque, tecnicamente, se non si effettua il tampone di controllo, queste insegnanti “continuano a risultare positive”, almeno sulla carta.

Data l’assenza di sintomi, dovrebbero insomma poter uscire autonomamente tra pochi giorni. Ma trattandosi di insegnanti, e dato il numero di contagi negli istituti sempre più in salita, non sarebbe opportuno verificare con certezza ed effettuare loro il tampone di controllo?

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