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Meglio un po’ di freddo che il Covid: finestre aperte al Tribunale di Larino

Il documento detta una norma supplementare rispetto ai normali protocolli, che sembra scontata ma che non lo è e che si osserva con una semplice buona abitudine quotidiana


di Maurizio Cavaliere

LARINO. Non è l’unica operazione extra di sanità pubblica adottata da un Tribunale italiano nell’era del Covid, ma è così ben articolata e completa che ne ha parlato pure Caterpillar, la mitica trasmissione di RaiRadio2. Parliamo del nuovo protocollo di norme anti-Covid previsto dal Palazzo di Giustizia di Larino, che coinvolge tutto il personale di magistratura e amministrativo. E’ stato introdotto dal presidente del Tribunale frentano, Michele Russo, e dalla Procuratrice Isabella Ginefra.

Il documento detta una norma supplementare rispetto ai normali protocolli, che sembra scontata ma che non lo è e che si osserva con una semplice buona abitudine quotidiana: aprire porte e finestre nell’arco dell’intera giornata lavorativa ovvero fino al termine delle udienze. Quindi, in tutti i locali del Tribunale e degli Uffici del Giudice di Pace, nonché della Procura della Repubblica, quarto e quinto piano, le stanze devono essere aerate mediante l’apertura di almeno due finestre o una porta e una finestra per ogni stanza o aula e di due finestre per ciascun atrio, in modo tale da creare in ogni ambiente un afflusso di aria esterna sufficiente a garantire un adeguato ricambio d’aria. Operazioni che in autunno sono ancora fattibili, magari in inverno sarà un po’ più difficile.

Massimo Cirri e Barbara Zambelli, i due popolari conduttori di Caterpillar, hanno elogiato l’iniziativa, contattando direttamente il Presidente Michele Russo: “Abbiamo letto l’ordinanza con attenzione – hanno detto – ci sono nomi e cognomi del personale e dei funzionari che devono adottare le nuove misure, ogni piano, dal pianterreno al quinto, ha le sue norme, le persone preposte a intervenire e prevede le turnazioni. Come è stato accolto il provvedimento nel Palazzo?”.

“Direi con entusiasmo – ha risposto il dottor Russo – Abbiamo rivolto l’attenzione a tutti i locali, preoccupati dalla nuova ondata di contagi. Abbiamo pensato di tenere aperte finestre e porte nella consapevolezza che distanziamento e mascherine non sono misure da sole sufficienti”.

Visto il tenore sempre leggero della trasmissione, il Presidente del Tribunale di Larino ci ha pure scherzato su con un’osservazione reale e simpatica al tempo stesso: “La mattina arrivo e trovo tutto aperto, fa un freddo…”. Ma si tratta di un’aggiunta opportuna perché, soprattutto durante le udienze, molte persone restano in attesa, ferme, per un po’ di tempo, principalmente negli atri. Il provvedimento è stato comunicato agli Uffici summenzionati e al personale di vigilanza armata, al Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Larino, alle Rsu e alle articolazioni territoriali delle organizzazioni sindacali firmataria del Contratto nazionale.

Non solo insomma norme sul numero di processi, fasce orarie, numero di testi e parti da sentire, e ingressi scaglionati, ma anche regole rigide sull’aerazione dei locali. Chissà che altri Tribunali, dove le riunioni di persone sono un problema esistente, non prendano esempio.

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