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Morti senza fine e ospedali al collasso, per la Rete della Sinistra “è un disastro annunciato di Toma e Florenzano”

Dal basso Molise, dove l’unico ospedale operativo è ormai al collasso, arriva la richiesta di “dimissioni in blocco e immediate di chi in Molise avrebbe il dovere di gestire la pandemia ma ha dimostrato nei fatti incapacità totale nella gestione dell’emergenza”


TERMOLI. Le ultime notizie sulla situazione di emergenza all’ospedale San Timoteo rappresentano per la Rete della Sinistra la conferma di quanto in più occasioni è stato denunciato pubblicamente. 

“Ospedale usato sin dall’inizio della seconda ondata come presidio misto, nonostante mancasse qualsiasi designazione ufficiale; pazienti tenuti per giorni nell’area della medicina d’urgenza in attesa di un trasferimento al Cardarelli, unico presidio Covid designato, sottraendo così ai malati “normali” la struttura indispensabile per l’intervento veloce su patologie altrettanto mortali del virus; personale insufficiente, costretto a turni di 12 ore, obbligato a lavorare con pazienti Covid e non, con le conseguenze che abbiamo sentito ieri, tra i 15 e i 20 casi rilevati”.

Problematiche che a giudizio della Rete della Sinistra e della consigliera comunale Marcella Stumpo sono state del tutto ignorate dai vertici di Regione e Asrem, con l’aggravante che il direttore generale dell’azienda sanitaria Oreste Florenzano avrebbe addirittura dichiarato che “se si usano correttamente i presidi non ci si contagia”. Affermazioni che hanno scatenato un vespaio di polemiche e critiche arrivate dagli stessi operatori sanitari, che da settimane sono di nuovo in trincea e senza adeguato supporto di dispositivi di protezione.

La Rete della Sinistra ricorda inoltre che all’ospedale Sn Timoteo di Termoli “non sono stati ancora completamente separati i percorsi per pazienti Covid e non, con particolare riferimento al pronto soccorso, con i rischi che si possono immaginare; si registra la presenza di una sola ambulanza per il 118, impegnata tra l’altro nel trasporto dei malati Covid a Campobasso, quando ciò è possibile; una seconda ambulanza è arrivata in questi giorni come dono di esterni, non certo perché si sia provveduto da parte dell’ASReM.

Le assunzioni di personale infermieristico con modalità a partita Iva, anche di fronte al disastro; inadeguatezza estrema dell’assistenza domiciliare dei paucisintomatici e dei convalescenti Covid tramite le Unità speciali di continuità assistenziale (USCA), che nel Distretto sanitario di Termoli, con 100.000 residenti, vede la presenza di un solo gruppo, con base a Larino, mentre per disposizioni governative ci dovrebbe essere almeno una USCA ogni 50.000 abitanti”.

Per la Rete della Sinistra si registra ancora “la estrema difficoltà, come già nella prima ondata, per tutti i cittadini nell’accesso alle cure di altre patologie, spesso indispensabili alla sopravvivenza, siano esse interventi chirurgici o attività di visita e controllo.  A questa situazione locale disperante si aggiunge l’aumento dei contagi e soprattutto delle morti, il collasso totale del Cardarelli dal quale i pazienti vengono ora spostati a Venafro, le attese di settimane per avere i tamponi, le sanificazioni che arrivano dopo giorni e giorni.

Ora – osserva la consigliera Marcella Stumpo – se è vero che non si possono attribuire alle persone attualmente in posizioni apicali (Toma, Florenzano, Scafarto, Giustini, Grossi) tutte le responsabilità di 12 anni di smantellamento della sanità molisana, e nello specifico del San Timoteo, appare evidente a chiunque che nel tempo del Covid essi hanno dimostrato una incapacità totale di affrontare l’emergenza, sia a marzo, sia soprattutto ora. La pandemia qui da noi di fatto non è stata gestita male: non è stata gestita affatto. Non si è programmato, non si è pianificato, anzi – denuncia la Rete della Sinistra – si è impedita l’unica, facile soluzione che avrebbe garantito sicurezza e cure: la trasformazione dell’ospedale di Larino in struttura Covid, chiesta a gran voce da gran parte del territorio.

Riteniamo tutto questo più che sufficiente per chiedere le dimissioni in blocco e immediate di chi in Molise avrebbe il dovere di gestire la pandemia, è pagato, e molto, per farlo e (non) lo fa in questo modo; siamo stufi di ascoltare affermazioni che non stanno in piedi, di sentire il presidente della Regione parlare senza contraddittorio in tv mentre il virus dilaga e gli anziani sono lasciati a morire nelle case di riposo, di leggere le tardive comunicazioni del commissario ad acta, quello che avrebbe dovuto redigere il piano anticovid e che non è stato capace di imporsi nemmeno su richiesta di 100 sindaci e associazioni.

Ora ci annunciano piani straordinari per il san Timoteo. Sarebbe interessante – conclude la Rete della Sinistra – sapere quali, se non a questo punto è lecito immaginare la chiusra totale dell’unico ospedale del Basso Molise”.

 

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