Cinque le manifestazioni di interesse in provincia di Campobasso e 8 in quella di Isernia. Lo annuncia il presidente della Regione Toma che ribadisce: “Per riattivare Larino servono 21 milioni di euro all’anno”
CAMPOBASSO. Covid hotel in Molise: sono 13 le manifestazioni di interesse presentate alla Regione. Cinque arrivano dalla provincia di Campobasso e 8 da quella di Isernia. Va avanti dunque la procedura che consentirà di realizzare due strutture, una per provincia, dove assistere persone positive al coronavirus che non necessitano di assistenza ospedaliera, ma che non possono restare nelle loro case.
“In ognuna delle due strutture – ha riferito in merito il presidente della Regione Molise Donato Toma – verranno attivati 30 posti”. Ciò consentirà naturalmente di migliorare l’assistenza riducendo al contempo la pressione sugli ospedali.
Il governatore è tornato anche sulla questione degli ospedali da campo, da allestire nei pressi del ‘Cardarelli’ di Campobasso, che prevedono in totale 40 posti.
“Una delle due strutture, che conta 28 posti – ha spiegato Toma – è stata concessa dal governo al Molise in comodato d’uso, quindi senza costi aggiuntivi. L’altra, da 12 posti, verrà finanziata con fondi europei già reperiti. Gli ospedali da campo – ha aggiunto – potranno essere sfruttati anche per scopi diversi dalla Terapia Intensiva, avranno natura polifunzionale e deciderà l’Asrem come meglio impiegarli. Certo è che sarebbe stato stupido rifiutare quello che il governo voleva darci”.
Infine il dibattito, ancora in atto, sul Vietri di Larino Covid hospital con 14 posti di Terapia intensiva. “Manca il personale – ha ribadito Toma – e non possiamo assumere ulteriormente. Ci vogliono 21 milioni di euro l’anno per tenerlo in piedi, esaurita l’emergenza non potremmo permettercelo a cuor leggero. Confido di restare in zona gialla, l’Rt si sta abbassando. Unico parametro che desta qualche preoccupazione è la Terapia Intensiva. Abbiamo 30 posti – ha ricordato il governatore – ma possiamo estenderci fino a 44 sulle varie strutture pubbliche, prima di coinvolgere i privati. Al Gemelli, per esempio, abbiamo 4 posti accreditati, ma possiamo attivarne subito altri 6 essendo in emergenza.
Noi abbiamo 30 posti di terapia intensiva, se ne occupiamo per Covid almeno il 30% attiviamo la centrale unica di soccorso nazionale per evitare di occupare le altre postazioni per pazienti no-Covid. Noi facciamo parte della Cros – ha concluso il governatore -, se ci servono posti di Terapia Intensiva utilizziamo quelli disponibili di altre regioni e viceversa”.
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