L’architetto e studioso scrive la prima relazione: “E’ un unicum straoridinario, da Terravecchia al sito di Altilia tracce di storia preromana, romana e medievale”
di Maurizio Cavaliere
Anche Sepino-Altilia si va ad aggiungere a siti e tradizioni materiali e immateriali molisani a caccia dell’ambìto riconoscimento universale dell’Unesco. E’ l’architetto Franco Valente, storico venafrano, reduce dall’apprezzato contributo su Rai 1 a Linea Verde, domenica scorsa, a scrivere la prima relazione per impostare una ipotesi di candidatura. Valente è stato delegato a condurre il progetto dall’Istituto Italiano dei Castelli, sezione Molise, da lui presieduto.
“Sto lavorando alla prima relazione – ci ha spiegato oggi – Metteremo in risalto l’unicum dell’area, vale a dire la possibilità di trovare tracce importanti di storia preromana, romana e medievale”. Non solo la nostra spettacolare ‘piccola Pompei’ vale a dire Altilia, dunque, ma anche gli altri nuclei e fortificazioni. Pertanto, insediaenti sanniti, romani e medievali. “Siamo già in contatto con i responsabili dell’Unesco ai quali evidenzieremo l’impossibilità di scindere Saipins, Altilia Saepinum e Sepino medievale”.
Altilia la conoscono tutti, non così Saipins (foto) che corrisponde a una cinta muraria posta a 953 metri d’altitudine. E’ la zona di Terravecchia, a Nord Ovest di Sepino paese e Sud Ovest di Altilia, su una rocca occupata dai Sanniti per esigente difensive. Le mura a incastro, che evidenziano una notevole abilità costruttiva, risalgono al IV secolo Avanti Cristo. Di particolare fascino e importanza le tre porte che si incontrano: in particolare la cosiddetta ‘postierla’ del Matese. Il sito fu rioccupato in epoca medievale. Informazioni a riguardo si trovano sul sito di Valente www.francovalente.it e nel suo volume ‘Castelli, rocche e cinte fortificate del Molise’.
Proprio la natura originaria di fortificazione ha indotto l’Istituto dei Castelli in Molise a interessarsi assai spesso del sito. Da qui l’idea di unire le aree summenzionate nello stesso ambito progettuale in direzione Unesco. E’ solo il primo seme piantato, ma andò così anche per la Riserva Mab Collemeluccio-Montedimezzo in Alto Molise e per la transumanza (per noi quella dei Colantuono), che sono gli unici due elementi molisani nell’elenco del patrimonio dell’umanità.
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