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Trasporto scolastico: da Campobasso a Termoli rischi non risolti. Rete della Sinistra: “Servono più mezzi”

La consigliera termolese Marcella Stumpo cita come esempio vincente la Toscana, che si appresta a tornare da domani al 75% di didattica in presenza, con un numero di contagi irrisorio. “Si prenda esempio da loro”


TERMOLI. Le problematiche legate al trasporto pubblico scolastico in tempi di Covid erano state previste e sollevate dalla Rete della Sinistra in V Commissione Consiliare già a luglio 2020, quando erano state poste specifiche domande sulla situazione dei plessi scolastici cittadini e sulle modalità organizzative del trasporto a scuola per gli studenti. “Questo perché – spiega in una nota la consigliera comunale Marcella Stumpo – ci era già allora chiaro che il luogo del contagio non sarebbero state le aule, ma gli autobus, se non si fosse provveduto ad organizzare orari, turnazioni, numero di mezzi e soprattutto sorveglianza nel terminal e nei momenti di entrata e uscita dagli istituti.

Nonostante le pressanti richieste in tal senso nulla è stato fatto – denuncia la rappresentante della Rete della Sinistra – e dopo pochi giorni di apertura le scuole superiori sono state richiuse, come in tutta Italia. Da pochi giorni la riapertura coinvolge il 50% o il 75% degli studenti, anche se non in tutte le regioni; ma siamo già in piena emergenza, con i ragazzi in sciopero per poter rientrare in aula là dove è loro vietato, e per poter stare a casa se il rientro non viene fatto nel modo giusto.

Questo perché non è stata garantita la sicurezza dei trasporti e della gestione dei momenti di entrata e uscita. A Termoli, ma anche a Campobasso, dove sono rientrati il 75% degli studenti, abbiamo visto scene di affollamento indecente nel terminal, sugli autobus, specie extraurbani, al momento di entrare e uscire da scuola. Quello che avevamo previsto a luglio si è puntualmente verificato; attualmente se ne sta discutendo di nuovo in V Commissione, e per ora non sembrano all’orizzonte cambiamenti di rotta, nonostante le proteste, i video, le foto, inviate da genitori e ragazzi”.

Per questo la consigliera comunale, a nome della Rete della Sinistra, sollecita l’urgenza di “convocare la società gestore del trasporto pubblico; esigere aumento dei mezzi a disposizione e rigoroso rispetto dell’occupazione del 50% dei posti; diversificare gli orari, studiando una tabella che preveda l’arrivo di un altro mezzo dopo pochi minuti se il primo non consente la salita di tutti gli studenti in coda; prevedere presenza costante di un addetto a bordo per il controllo, sanificazione ripetuta e accurata, personale per gestire i momenti di salita e discesa; pretendere rispetto dei diritti dei lavoratori, in protesta da diversi mesi”.

La Stumpo cita come modello vincente la Toscana. Che “ha fatto ripartire in sicurezza tutti i suoi istituti superiori ed ora punta ad arrivare al 75% della didattica in presenza. Ieri è stato fatto il bilancio dei primi 15 giorni di questo sistema, e i contagi sono risultati irrisori, consentendo la continuazione dell’attività didattica in sicurezza. 

Pur con tutte le differenze tra le due regioni, si potrebbe provare a seguire questo esempio concreto e vincente, avendo l’umiltà di chiederne i dettagli, per copiarlo adattandolo alle nostre realtà. E non ci si venga dire come al solito che non ci sono fondi: tra Comune e Regione si devono trovare, si devono esigere con determinazione. E si deve essere in grado di alzare la voce con il concessionario dei trasporti, che continua a ripetere che va tutto bene, che non ci sono criticità e che non servono corse aggiuntive. Così come si deve essere capaci – spiega ancora Marcella Stumpo – di raccogliere numeri e dati relativi alle corse, al carico di presenze giornaliere, alle condizioni di igiene e sanificazione, alla reale situazione del terminal bus, alla presenza di dispositivi di igienizzazione e di segnalazione di distanza sul terreno, alla presenza o meno di polizia urbana per i controlli nelle ore di arrivo e partenza degli autobus scolastici urbani ed extraurbani.

Solo dopo aver raccolto queste informazioni si può studiare un piano organizzativo serio, capire quante persone servono per garantire sicurezza e calcolare i costi. Che non sono del resto da considerare come passività, ma come investimenti per il futuro; e sacrosanta restituzione ai nostri ragazzi di almeno una parte dei diritti che sono stati loro sottratti: quelli ad un’istruzione decente, ai rapporti umani in sicurezza, all’interazione sociale che solo la scuola può mettere alla base di una crescita completa, all’inclusione di tutti, abili e diversamente tali.

Se tutto questo è considerato in Molise di scarsa rilevanza, bisogna almeno avere il coraggio di dirlo, senza nascondersi dietro il mantra vigliacco del “ci sono altre priorità” e del “non abbiamo personale, non abbiamo soldi”.

Buona amministrazione su questo tema significa governare intervenendo sulle criticità, smettendo di cercare la soluzione più facile, e più ingiusta, di tutte: chiudere le scuole, o tenerle aperte esponendo a rischi gli alunni” conclude la rappresentante della Rete della Sinistra al Comune di Termoli.

 

Redazione

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