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Isernia, basta al ‘metodo motosega’ sul verde pubblico: la denuncia del Pcl

Alberi “mutilati” in via XXIV Maggio e capitozzature selvagge, gli esponenti cittadini del partito comunista non ci stanno


ISERNIA. “Tanti anni or sono gli alberi di Isernia erano con le loro chiome non solo un patrimonio estetico, ma in primis un contributo all’ecosistema per la lotta all’inquinamento e per quelle nidificazioni che con la loro ‘musica’ del cinguettio caratterizzavano i quartieri. Oggi invece torniamo a denunciare il danno, come mostra la foto di uno di questi alberi mutilati e spettrali in Via XXIV Maggio a mo’ di esempio per tutta la città: si tratta non di potature, ma di “capitozzature”, operazioni dannose perciò vietate dallo stesso decreto del 10 marzo 2020 del Ministero dell’Ambiente riferito ai CAM (Criteri Ambientali Minimi)”. Così gli esponenti del nucleo cittadino del Partito Comunista Italiano in una nota stampa, all’attacco della giunta d’Apollonio.

“È la politica comunale di questa e delle precedenti giunte: la privatizzazione del servizio di cura degli alberi, orientato dalla legge del profitto che ne fa carta straccia. Per la moderna arboricoltura gli alberi non devono mai essere drasticamente potati, ma anzi bisogna rispettarne scrupolosamente la forma e le dimensioni per evitare danni biologici. La potatura dove migliorare l’aspetto della pianta e il suo stato di salute, si adegua alla struttura dell’albero, alleggerendo il superfluo, eliminando il secco e i rami rovinati, rinforzando le ramificazioni e permettendo il passaggio della luce in ogni punto della chioma. Si tratta dunque di un’arte complicata che richiede una rimozione delle ramificazioni attenta e selettiva, altro che la privatizzazione improntata alla politica brava solo ad usare motoseghe”, denunciano dal Pci.

“Si vuol far credere – continua la nota – che il “metodo motosega” fa risparmiare rispetto alla più attenta e professionale cura degli alberi: ma se questo è vero nella logica del profitto e dell’appalto al ribasso di un servizio privatizzato, se è vero che la motosega frutta tanta legna a chi la raccoglie, ed anzi chiediamo al comune di Isernia di far sapere chi è che se la prende, è la collettività che sconta il danno economico ed ambientale, ed alla lunga alla sicurezza, che causano queste capitozzature”.

Vengono poi chiamati in causa alcuni studi sull’argomento. “Gli esperti hanno dimostrato che per non provocare danni all’albero bisognerebbe eliminare appena il 20% della chioma, e spiegano perché la capitozzatura è dannosa e pericolosa: sviluppo di carie del legno, malattie fungine, produzione di ramificazioni strutturalmente deboli che possono rompersi al primo temporale o nevicata oltre alla crescita stentata e al collasso dell’albero; impedisce anche agli uccelli di creare dei nidi; crea carenze nutrizionali per la mancanza di fogliame, la necessità di un immediato schermo solare (col tempo la pianta morirebbe sotto i raggi del sole senza ramificazione) oltre al riequilibrio con le radici. E tagli superiori a 5-10 cm in alberi giovani e di oltre 20 cm negli alberi adulti cicatrizzano molto male”.

“Gli alberi – ricordano dal Pci – soprattutto in città, sono in primis dei formidabili alleati nella lotta all’inquinamento, produttori di ossigeno e fissatori della CO2, oltre che essenziali all’ecosistema per le nidificazioni, il decoro urbano”.

Ciò premesso il Pci di Isernia chiede dunque al Comune, nella nota diramata, di adottare il regolamento prevedendo:

– il divieto di effettuare le dannose capitozzature, con la risultante degli spettrali tronchi mutilati;
– servizio di manutenzione degli alberi a gestione pubblica e socialmente controllata, che si avvalga del supporto degli esperti delle vere potature e delle associazioni di tutela degli alberi, onde provvedere ad una curata ed attenta potatura;
– la corretta progettazione degli spazi cittadini con obbligo di adeguarsi all’albero rispettandone l’area di pertinenza, e non il contrario;
– di finalizzare il servizio pubblico alla corretta cura e potatura degli alberi della città come sopra definita dagli esperti, per restituirli alla loro funzione nell’ecosistema contro l’inquinamento e per le nidificazioni, oltre che per il decoro urbano.

“Il Comune di Isernia, a tal fine, sotto il controllo sociale dei quartieri interessati, deve dotarsi del supporto di arboricoltori e giardinieri paesaggisti che conoscono bene le esigenze dell’albero e che operano con professionalità, come riferiscono le riviste scientifiche, le associazioni di tutela degli alberi e i vari esperti di fama internazionale, si citano per tutti l’agronomo Zanzi e il Coordinamento Nazionale Tutela degli alberi”, chiudono gli esponenti del Pci.

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