Pa, Brunetta choc: basta smart working, “si torni tutti a lavorare”

L’ex ministro della Pubblica amministrazione mette sugli attenti i dipendenti pubblici. Preoccupati i sindacati


Torna di gran carriera alla ribalta delle cronache l’ex vertice della Pubblica amministrazione e le sue  dichiarazioni pubbliche rischiano di scatenare già un vespaio di polemiche.
Mentre la pandemia ha costretto la gran parte delle categorie lavorative a svolgere la propria attività da casa, accelerando anche la cosiddetta ‘rivoluzione digitale’, Renato Brunetta è tranchant: basta smart working.

“Riaprire tutto: – ha dichiarato a TgCom24 – i Comuni devono funzionare, i tribunali devono funzionare, come funzionano gli ospedali. Non vedo perché se un ospedale funziona, non possa funzionare una scuola, un Comune, un ufficio urbanistica, un tribunale. Smettiamola per favore, basta: si torni tutti a lavorare.
Se funzionano la Polizia, i Vigili del fuoco, i carabinieri – continua il ministro Brunetta – nel senso che vanno a lavorare e non ci sono i carabinieri in smart working, loro sono nelle loro automobili, fanno le pattuglie, quindi smettiamola per favore, si torni tutti a lavorare. Io sono alla Camera, con tutti i miei collaboratori, a lavorare: votiamo in un’aula, distanziamento, sicurezza, sanificazione certamente, ma si è tornati a lavorare”.

Parole che giungono mentre la gran parte dei dipendenti pubblici è ancora in smart working nella sua versione ‘semplificata’ adottata per l’emergenza Covid. E che preoccupano i sindacati di categoria, con l’Usb che è arrivato a definire la nomina – riferisce il Corsera – una vera e propria dichiarazione di guerra alla Pubblica amministrazione”, e pure la Cgil ha parlato di “scelta incomprensibile, è quanto di più antitetico ai concetti di coesione, innovazione, investimenti nella partecipazione per gestire la transizione digitale e organizzativa in modo democratico e partecipato”.

 

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