Emergenza Covid in Basso Molise, all’unanimità la mozione di Manzo: Usca da potenziare

Il voto, all’unanimità, nella seduta di oggi del Consiglio regionale. Sarà tenuto in considerazione il numero degli abitanti, oltre al parametro della diffusione del virus


CAMPOBASSO. Potenziare le Usca, le Unità speciali di continuità assistenziale, in base alla diffusione del Coronavirus e al numero degli abitanti. È quello che prevede la mozione, di iniziativa della portavoce del M5s Patrizia Manzo, approvata oggi all’unanimità dal Consiglio regionale.

“Davanti alla recrudescenza della pandemia – ha spiegato Manzo – le istituzioni devono avere il coraggio di scelte immediate e concrete, scelte che riescano a garantire la giusta assistenza a ogni singolo cittadino in maniera commisurata alla gravità del quadro clinico, perché questo vuol dire mettere in sicurezza il paziente e non affollare i pronto soccorso in maniera ingiustificata”.

“Quando parliamo di sanità – ha aggiunto la pentastellata – si parla sempre di ospedalizzazione. In Molise, infatti, manca un’assistenza efficace sul territorio di supporto ai medici di medicina generale e alle comunità, mancano luoghi per pauci sintomatici, per le sub intensive, poco si sta facendo per evitare accessi impropri ai pronto soccorso. Inoltre non è chiaro come si voglia curare chi esce da una terapia intensiva, non si affronta il problema della riabilitazione e molti medici di medicina generali sono lasciati soli”.

“Tutte queste carenze – ha rimarcato ancora Manzo – stanno evidenziando la loro drammaticità nel basso Molise. Solo tra Termoli e Campomarino abbiamo oltre 500 positivi. Intanto in troppi casi sindaci e medici sono costretti a distribuire ai cittadini ossigeno, medicinali, finanche generi alimentari. Esempi che raccontano un territorio lasciato solo dalle istituzioni proprio nel momento delle difficoltà. Ma c’è di più: nonostante 28 comuni in zona rossa e l’unico spoke, il San Timoteo di Termoli, in difficoltà già prima della pandemia, e nonostante una popolazione di oltre 100mila abitanti, un terzo della regione, in basso Molise è prevista una sola Usca da quattro operatori. Quindi non ci sono scuse: non c’è più tempo e dobbiamo intervenire subito, perché prima si interviene nelle cure domiciliari, prima si riesce a ridurre le ospedalizzazioni e gli ingressi nelle terapie intensive”.

La mozione impegna il presidente della Regione a interessare l’Uunità di crisi affinché si potenzi con tempestività il numero delle Usca, per garantire un’assistenza tempestiva ai tanti positivi a domicilio. Toma dovrà relazionare sulle decisioni prese già al prossimo Consiglio.

“Bisogna mettere in rete i medici di medicina generale e i pediatri di libera Sselta, che conoscono le comunità in termini sanitari e sociali, con il personale Usca adeguatamente formato e con eventuali unità di assistenza presenti sul territorio, perché insieme possono avere un ruolo cruciale soprattutto per individuare i soggetti a rischio contagio e segnalare i casi sospetti. C’è un territorio lasciato solo dalle istituzioni, c’è una comunità fiera, fatta di medici, amministratori locali e cittadini, che a testa bassa lavora in ogni condizione per uscire dalla crisi. Le istituzioni – ha concluso Manzo – hanno il dovere di chiedere scusa a tutti loro, ma deve soprattutto aiutarli subito, con soluzioni veloci ed efficaci”. 

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