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Sanità a rischio nelle aree interne, appello del Cisadep al governo: “Si revochi il decreto Balduzzi”

Il Coordinamento per i Servizi Sanitari nelle Aree disagiate e periferiche fa appello alle autorità politiche regionali, parlamentari e ai sindaci affinchè non si disperda il lavoro prodotto negli ultimi anni. Ribadite al nuovo governo le proposte di revisione del DM 70


CAMPOBASSO. La revisione del Dm 70, il cosiddetto decreto ‘Balduzzi’, all’interno del patto per la Salute, è a rischio. Lo evidenzia in una lettera trasmessa al governo il Cisadep, rappresentato dal parroco agnonese don Francesco Martino.

Da qui la necessità assoluta che tutti i comitati, gli amministratori locali, regionali, i parlamentari vigilino su questo processo di revisione tra Ministero e Conferenza Stato Regioni e l’appello che il Cisadep fa a tutti di intervenire presso il dipartimento della programmazione sanitaria, la Presidenza del Consiglio, il ministro e i sottosegretari e premendo affinché nella revisione del DM 70 sia in particolare previsto: la precisazione degli standard ospedalieri per le aree particolarmente disagiate nella previsione di Pronto Soccorso di base con consulenze relative e aggiunta di alcuni posti di lungodegenza e per le strutture in riconversione in aree periferiche andare verso la tipologia di ospedali riabilitativi (PPI, Riabilitazione e Lungodegenza); l’inserimento nel decreto degli standard relativi all’assistenza territoriale, salvaguardando in modo particolare le aree ultra periferiche e periferiche del paese (Case della Salute, ADI, AD Riabilitativa, 118, Continuità Assistenziale), potenziandola e rendendola efficace; l’estensione dell’emendamento Colletti, nel decreto Genova, che tutela nelle aree terremotate del centro Italia l’assistenza ospedaliera, a tutte le aree terremotate d’Italia; la salvaguardia e il ripristino di tutti i punti nascita necessari per un percorso nascita sicuro in tutti i suoi aspetti, compresi i tempi di percorrenza del 118, nelle aree periferiche e disagiate, e particolarmente disagiate con la rotazione del personale medico dall’Hub/Spoke di riferimento e garantendo tutta la dotazione tecnologica prevista per un parto sicuro come in un centro di 500 parti; Il non operare nelle aree Snai alcuna riduzione sia dei presidi ospedalieri di base o degli ospedali di area particolarmente disagiata esistenti a prescindere dagli abitanti, per non contraddire la strategia stessa; Il garantire nelle aree periferiche comunque i servizi sanitari ospedalieri di base, riducendo il parametro del DM70 per un ospedale di Base a 25.000 abitanti, e per tutti gli altri servizi ospedalieri prevedere piattaforme mediche e chirurgiche facenti capo agli ospedali Spoke e Hub per assicurare con un decentramento ottimizzante le strutture periferiche le prestazioni di DRG relativi possibili, decongestionando le strutture centrali ; prevedere un Centro di Malattie infettive in ogni Regione”.

 

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