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I sindaci del Basso Molise diffidano l’Asrem. Appello a Speranza e informativa alla Procura

Gli amministratori, guidati dal primo cittadino di Termoli Francesco Roberti, chiedono di restituire funzionalità all’ospedale San Timoteo e a garantire le cure necessarie ai malati Covid, senza compromettere la salute degli altri pazienti e degli operatori sanitari. Sollecitata l’immediata riapertura del Vietri di Larino


CAMPOBASSO. Emergenza Coronavirus, i sindaci diffidano l’Asrem. Una posizione dura, quella presa da 19 primi cittadini del Basso Molise, primo firmatario il sindaco di Termoli Francesco Roberti, che hanno chiesto ai vertici dell’Asrem di restituire all’ospedale San Timoteo “la funzionalità minima necessaria a garantire il pubblico servizio, oggi ripetutamente interrotto per effetto delle scelte gestionali e delle soluzione adottate (o non adottate), con riguardo alla gestione della pandemia Covid”.

Ma anche a provvedere “alla localizzazione e all’assistenza di pazienti affetti dal virus, affinché l’accoglienza e la cura degli stessi non arrechi rischi o pregiudizi al personale ed agli altri pazienti ricoverati e da ricoverare, con conseguente accentuarsi dei rischi di diffusione della pandemia, oggi registrati anche e soprattutto nel Basso Molise”.

La richiesta contenuta in una lettera, che i 19 sindaci molisani hanno inviato anche al commissario e al sub commissario alla Sanità, Angelo Giustini e Ida Grossi, al governatore Donato Toma e al ministro della Salute Roberto Speranza. E, per conoscenza, anche alla Prefettura e alla Procura di Campobasso.  

Oltre alla diffida ad adempiere rivolta all’Asrem, nella persona del direttore generale Oreste Florenzano, i 19 sindaci si sono appellati al presidente della Regione Toma e al commissario Giustini, invitandoli ad adottare, “ciascuno per quanto di propria competenza, tutti i poteri di avocazione, sostituzione e controllo, ai fini della risoluzione delle predette gravi ed indifferibili criticità”.

Sollecitata anche l’immediata riapertura del Vietri di Larino, o di altra struttura, come ulteriore sfogo per i pazienti Covid alla luce della notevole pressione che insiste sul Cardarelli, “considerato che vengono meno, vista la nota di disponibilità della Neuromed, gli impedimenti della mancanza di personale e di attrezzature”.

Carmen Sepede

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