Categories: CRONACA

Isernia, detenuto morto in cella: assolto 26enne campano. Escluso il pestaggio

È arrivata la sentenza per il campano a processo per il decesso di Fabio De Luca, il 45enne deceduto nel 2014 mentre era recluso presso il penitenziario di Ponte San Leonardo


ISERNIA. A differenza degli altri due imputati ha scelto il rito abbreviato e oggi è arrivata l’assoluzione per il 26enne campano accusato dell’omicidio di Fabio De Luca, il detenuto morto nel novembre del 2014 mentre era recluso nel carcere isernino di Ponte San Leonardo.

La sentenza è stata emessa dal gup del tribunale pentro Michaela Sapio, che ha scritto la parola fine sulla lunga e complessa vicenda giudiziaria. Anche la Procura aveva chiesto l’assoluzione, soprattutto alla luce dei risultati della perizia effettuata dal neurochirurgo Ettore Sannino e dal medico legale Carmen Sementa che, di fatto, ha eslcuso il pestaggio nella cella 110 la sera del 5 novembre 2014, qundo il 45enne venne portato d’urgenza all’ospedale ‘Veneziale’ con pesanti traumi alla testa.

Si parlò di caduta accidentale. L’uomo, secondo le ricostruzioni della Squadra Mobile di Campobasso, che indagò sul caso, si era recato in un’altra cella per prendere una gruccia quando, alla presenza di due detenuti, avrebbe battuto la testa e sarebbe finito in coma.

L’11 novembre, dopo circa una settimana di agonia in Rianimazione, De Luca morì al Cardarelli, dove nel frattempo era stato trasferito. L’autopsia, eseguita due giorni dopo il decesso, stabilì che le ferite sul corpo di De Luca erano incompatibili con una caduta accidentale. “Trauma cranico multifocale”: fu invece il responso contenuto nella relazione del medico legale Vincenzo Vecchione. Morte indotta, dunque, forse a seguito di un pestaggio in cella.

Così, per quel decesso tre ex compagni di detenzione della vittima vennero accusati a vario titolo di omicidio dalla Procura di Isernia e per due di loro è ancora in corso il processo in Corte d’Assise a Campobasso. La prossima udienza è fissata per il 15 aprile.

La famiglia della vittima, si era costituita parte civile nel procedimento, assistita dal legale isernino Salvatore Galeazzo. “L’unica cosa certa – ha affermato l’avvocato – è che il mio assistito è deceduto. Purtroppo non è stato possibile accertare al di là di ogni ragionevole dubbio le cause del decesso. La famiglia non è mai andata alla ricerca della vendetta ma solo della sola verità. E oggi accettiamo la verità processuale suffragata dalla perizia disposta dal gup”.

Deborah Di Vincenzo

 

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