Divieto di asporto e stop parrucchieri, Il Germoglio: “Serve fondo per le imprese”

E’ la proposta dei consiglieri comunali di Larino, Di Maria, Vizzarri e Mezzapelle in risposta all’Ordinanza di due giorni fa.

LARINO. I consiglieri comunali del ‘Germoglio’, dopo aver manifestato il disaccordo nei confronti dell’adozione dell’Ordinanza di due giorni fa sul divieto di asporto nel settore della ristorazione, nonché sulla chiusura delle attività di parrucchieri e barbieri, propongono la creazione di un fondo per il ristoro destinato alle attività summenzionate.

La proposta nasce nel momento in cui si intende mantenere in vigore l’Ordinanza. “Le attività in questione – si legge nella nota dei tre consiglieri Di Maria, Vizzarri (foto) e Mezzapelle – sono interessate da forti restrizioni ormai da quasi un anno. Si sono adeguate ai rigidi protocolli di sicurezza mettendo in atto quanto richiesto dai Dpcm, investendo ulteriormente sul lavoro in proprio. L’Ordinanza va ancor più ad incidere sugli esercenti con il mancato introito ed ulteriore danno a sfavore delle stesse, si pensi agli affitti da pagare nonché alle altre spese di gestione da sostenere nel periodo dal 22 febbraio al 7 marzo. Va considerato anche che, la sola attività di consegna a domicilio non esercitabile da tutte le attività, già va a limitare le entrate necessarie per il sostentamento delle piccole imprese nel periodo interessato”.

I Consiglieri de “Il Germoglio”, già in passato si sono fatti promotori di una simile iniziativa sfociata poi nel Bando “Larino al Fianco delle imprese”, e oggi più che mai ritengono necessario un bando analogo, che ristori le attività interessate dall’Ordinanza e, se possibile, anche quelle destinatarie degli effetti dell’Ordinanza regionale del 31.01.2021.    

I consiglieri del ‘Germoglio’ propongono quindi la creazione di un fondo ad hoc per ristorare le attività e lanciano  un appello ai colleghi consiglieri di Palazzo ducale affinché sostengano l’iniziativa in sede di approvazione del Bilancio di Previsione 2021-2023.

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