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Isernia, riconoscere ai centri della cultura ruoli e meriti nella società: continua il tour d’ascolto di Volt

Il partito paneuropeo, che recentemente ha aperto la sua sezione nel capoluogo, ha incontrato la compagnia teatrale Cast per parlare della difficile situazione dei lavoratori dello spettacolo, soprattutto a livello locale


ISERNIA. Elezioni alle porte: a Isernia nei prossimi mesi si rinnova il Consiglio comunale e il partito paneuropeo Volt parteciperà attivamente alla dialettica politica cittadina con una rubrica fissa su isNews, dal nome di Es(is)sto. A cadenza periodica, Volt interverrà sui principali temi d’attualità locale e non solo, cercando di dare un punto di vista differente e di promuovere iniziative ad hoc per una palingenesi politica quanto mai necessaria. Nel quarto appuntamento, Volt ha incontrato la compagnia Cast, che da più di dieci anni è un perno culturale isernino.

Ripartiamo dall’ascolto. La quarta tappa del nostro listening tour vede protagonista la compagnia Cast, una realtà che da più di dieci anni ormai – con la rassegna teatrale ‘Mario Scarpetta’ – allieta i weekend degli isernini cercando di unire delle sane risate a splendidi momenti d’introspezione e riflessione. Com’è tipico del teatro, del resto, il luogo dove fin dall’antichità vengono messe in scena le vicende della vita affinché si possa catarticamente provarle su sé stessi. Ma anche e soprattutto per fornire un servizio indispensabile in una città come Isernia. Impossibile pensare a un capoluogo di provincia senza un cinema, un teatro, un museo: sarebbe privo di quell’anima sociale che i luoghi di cultura immancabilmente forniscono a tutta la comunità. 

Abbiamo allora incontrato Giovanni Gazzanni, in rappresentanza di tutta la compagnia, nella mattinata di sabato 20 febbraio. E lo abbiamo fatto sul legno del loro nuovo palcoscenico, recentemente realizzato nei locali del centro per gli Affari e il Commercio di Corso Risorgimento. Cast ha infatti lasciato la sua storica sede del centro storico per trasferirsi nel Nuovo Teatro Il Proscenio. Un investimento consistente, senza alcun aiuto pubblico, che aveva uno scopo solo: donare a Isernia un centro culturale, un nuovo polo d’aggregazione che non fosse semplicemente una sala teatrale ma anche un caffè letterario, un luogo d’incontro e di dibattiti, di studio e formazione, di concerti, di mostre. 

“Non abbiamo mai davvero ricevuto aiuti, anzi, piuttosto ci hanno osteggiati”, ci racconta Giovanni, ricordando alcuni episodi del passato. La gioia di riuscire ad aprire la nuova sala, con numeri di biglietti staccati altissimi, a dicembre 2019, si è spenta dopo neanche tre mesi a causa dello scoppio della pandemia. Lo spiraglio in estate, per poi chiudere le porte nuovamente a ottobre. “La situazione è difficile, soprattutto per chi questo lo fa di mestiere. I ristori arrivano tardi, quando arrivano, ma le spese non mancano mai”. Si è riaccesa da poco la speranza, con la proposta del ministro Franceschini sulle riaperture di cinema e teatri nelle zone gialle: purtroppo, però, dal 1 marzo il Molise andrà in rossa. Cast e i suoi affezionatissimi spettatori dovranno ancora attendere.

Ma c’è una cosa sulla quale cala un velo di rassegnazione. “Non abbiamo mai davvero percepito, da parte di nessuna istituzione se non per rarissime eccezioni dei singoli, una forma di appoggio e approvazione per ciò che proviamo a fare qui. Il Proscenio non è solo quello spettacolo settimanale: la scuola di teatro, i laboratori per disabili e tante altre attività servono a creare un tessuto sociale più coeso e consapevole di sé stesso. La pandemia ci sta privando del ruolo civico dei teatri e dell’arte, ma le istituzioni non ci hanno mai davvero sostenuto in questo, anche semplicemente riconoscendo la valenza del nostro lavoro e la sua importanza. Basterebbe davvero solo questo”, sottolinea Giovanni con amarezza.

Volt ha voluto ascoltare anche Cast proprio perché a noi, invece, importa. Sappiamo e riconosciamo il ruolo insostituibile del teatro, del cinema e dell’arte in generale sia come atto umano, sociale e culturale, che nei suoi aspetti lavorativi. Fa parte dei nostri ideali di attivismo e transnazionalismo, e non possiamo rimanere sordi davanti al grido d’aiuto di una città che rischia di restare culturalmente orfana. E se le istituzioni finora non hanno risposto nel migliore dei modi, forse è arrivato il momento di intervenire e cambiarle dall’interno.

Vi invitiamo a partecipare attivamente al cambiamento rispondendo al nostro questionario, di cui trovate il link qui. Per saperne di più sulle attività di Volt a Isernia, potete seguirci sui canali social Volt Isernia: su Facebook, oppure seguendo @Voltisernia su Instagram, oltre alla newsletter su Telegram.

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