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Fatti e non parole: Formichelli e Fantozzi ‘martellano’ il sindaco e l’amministrazione

Isernia/ Clima di accuse tra i consiglieri comunali d’opposizione e il primo cittadino


ISERNIA. Continuano a non fare sconti. Rita Formichelli e Gianni Fantozzi, consiglieri d’opposizione al Comune di Isernia, attaccano a testa bassa il sindaco Giacomo d’Apollonio e la sua Giunta. Stavolta, dopo un’analisi a 360 gradi dell’azione politica del primo cittadino, bocciata senza appello, chiedono fatti, non parole.

Questo il testo della nota della consigliera de La Città nuova e del capogruppo dei Popolari.

“La risposta del sindaco rispetto alle gravi criticità sollevate dai consiglieri denuncia chiaramente che ormai quest’amministrazione è anche a corto di scuse e alibi per parere eletto a furor di popolo e ora vittima di consiglieri che non si rassegnano davanti a cotanta altezza!

Forse è ora di smettere di recitare sempre il solito copione e che il sindaco risponda con i fatti ai fatti.

Lui stesso ha affermato che i consiglieri devono esercitare una funzione di controllo: bene noi l’abbiamo fatto e grazie a noi il bando sui rifiuti è stato revocato. Grazie ai consiglieri di opposizione l’avviso per i beni del parco della stazione è stato prorogato. Proposte? È giusto che i cittadini sappiano che questo sindaco teme il Consiglio comunale. Il Consiglio viene convocato solo ed esclusivamente per il bilancio e per i debiti fuori bilancio. Le interrogazioni giacciono sulle scrivanie, è impossibile proporre la discussione su qualsiasi argomento che non sia all’ordine del giorno perché per questo sindaco il Consiglio comunale è solo un motivo di fastidio. Ricordiamo al sindaco che a maggio i consiglieri di minoranza, non potendo interloquire con lui e giammai sperare in un’assise, pubblicarono le loro proposte in un comunicato stampa, elencando 11 misure immediate e urgenti che l’amministrazione avrebbe potuto e dovuto porre in essere.

Le nostre proposte, talmente serie da essere poi state addirittura adottate a livello nazionale, sono state considerate “carta straccia” e considerate impossibili dall’illuminato consigliere delegato al Bilancio. Ricorderanno i cittadini la spiacevole polemica di basso livello innescata dalla maggioranza. Anche allora la solita frase, “sono in campagna elettorale”. A distanza di mesi l’amministrazione è stata costretta ad adottare molte di quelle nostre proposte.

Forse è ora che il sindaco cambi disco. All’inizio della legislatura diceva “credono ancora di essere in campagna elettorale”, ora “sono in campagna elettorale”. Caro sindaco è evidente che lei non ha ancora capito come è diventato sindaco e, soprattutto quali sono i suoi compiti e i suoi doveri. Le ricordiamo che, contrariamente a quanto lei crede, il suo elettorato vero è stato del 25% dei votanti. Ha poi vinto al ballottaggio grazie ad accordi con altri candidati e a promesse mai mantenute. Fin da subito ha mostrato che il suo interesse non era quello della città né, tanto meno, di avere una visione. Oggi accusa i consiglieri di strane alleanze non comprendendo che la minoranza, per definizione, a prescindere dall’appartenenza politica, deve compattarsi per esercitare unita quella funzione di controllo che lei stesso invoca, nel tentativo di arginare questa deriva alla quale ci sta portando.

Oggi è saldo su quella poltrona per aver fatto entrare in giunta la sinistra perché è giusto ricordarle che le new entry appartengono a liste civiche che hanno appoggiato la sinistra e che ancora oggi non pare siano andate nel centrodestra. Se non se ne è accorto, Forza Italia e la Lega continuano a essere in minoranza. È giusto che i cittadini sappiano che lei, per timore di perdere un voto in Consiglio comunale, ha annullato la IV Commissione, deputata agli argomenti sul sociale al Comune di Isernia. Di fatto annullata perché il sindaco ha preferito annullare la Commissione anziché prendere posizione e renderla operativa, il tutto per un voto in Consiglio. E su questo ci si sarebbe aspettati anche una posizione della consigliera Calenda, così attenta sul sociale ma silente se si tratta del Comune di Isernia, chissà perché.

Il sindaco parla di signorilità e stile ricordando la sua opposizione, forse ne ha avuta troppa perché non ne è rimasta traccia. Ricordiamo solo che, quale capo dell’opposizione (formale e non sostanziale) firmò un manifesto contro Brasiello e Frattura tappezzando Isernia con conseguente denuncia. Al contrario, forse noi abbiamo dimostrato fin troppo stile confidando sulla sua persona e illudendoci che, sulle battute finali di questa sciagurata legislatura, avesse uno scatto di dignità. E invece di fronte a fatti certi ed inequivocabili il sindaco, risponde con frasi fatte, e, cosa più grave avalla l’operato dei suoi assessori che egli stesso ha dovuto ammettere fallimentare. Lo vediamo inerme, in balia dei suoi assessori e non si comprende perché. Pur di rimanere saldo in sella ha consegnato la città nelle mani di assessori incapaci e pur comprendendo la gravità del loro operato cerca di ‘coprirli’ ricorrendo a scuse che hanno dell’assurdo, come quella dell’errore tecnico.

I consiglieri di minoranza, nonostante abbiano fatto rituali istanze, ad oggi ancora non hanno avuto la possibilità di leggere la famosa transazione con l’AJ Mobilità, né hanno avuto accesso all’elenco dei fornitori e delle ditte accreditate presso il Comune, cosa importantissima, visto che in questi cinque anni sono stati elargiti milioni di euro con appalti sotto soglia. Il sindaco sa bene che le richieste dei consiglieri non sono da campagna elettorale, ma finalizzate ad avere contezza di come sono stati spesi i soldi pubblici, anche perché i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Ad oggi il dato di fatto è che il sindaco non è stato neppure invitato al tavolo del centrodestra, evidentemente disinteressato anche a un suo parere, né il suo nome viene appoggiato dai partiti del centrodestra che, ci pare, lo hanno abbandonato fin dalle elezioni provinciali.

Insomma, il sindaco che accusa di noi di strane alleanze, cade ingenuamente nella trappola di qualche assessore voltagabbana e, come un bambino nel paese dei balocchi, crede nel miraggio di una ricandidatura utilizzata invece solo per garantire a qualcuno di continuare imperterrito a gestire i propri interessi elettorali, per poi, di certo, abbandonarlo e saltare sul carro che già si sta preparando, ovviamente, a sua insaputa. Ma si sa il sindaco, l’ha detto lui, non è un politico.

Siamo disponibili ad un confronto pubblico nel quale il sindaco, si spera, risponda alle nostre domande. Troppo facile fare sermoni senza contraddittorio. Questo potrà essere utile anche alla sua campagna elettorale perché magari potrebbe suscitare qualche interesse nei cittadini ormai annoiati nel sentire le solite frasi fatte. Noi siamo i primi a sperare che i cittadini votino con consapevolezza e non più chi urla slogan o assurge a vittima del sistema che egli steso ha creato”.

 

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Pasquale

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