Gli agenti nel Nucleo Antisofisticazione sono tornati all’interno del presidio di Campobasso per acquisire la documentazione legata al funzionamento dell’impianto di erogazione di gas medicinali, sostituito dall’Asrem e finito nel mirino delle famiglie di pazienti deceduti nei mesi scorsi
CAMPOBASSO. Uno dei filoni si cui ruota l’inchiesta della Procura della Repubblica di Campobasso, sotto la direzione di Nicola D’Angelo, riguarda le presunte carenze di ossigeno ai malati in cura al Cardarelli, che secondo alcuni familiari di pazienti Covid deceduti nei mesi scorsi, avrebbero avuto un nesso causale sulla morte dei loro cari. Da questa convinzione sono partite denunce penali e mediatiche che hanno avuto un enorme risalto anche sui media nazionali.
D’altronde era stata la stessa Asrem ad ammettere l’esistenza di difficoltà esistenti all’interno del presidio ospedaliero di Campobasso, nel garantire l’erogazione di ossigeno ai malati Covid
Una esplicita ammissione che si è palesata nel provvedimento aziendale del 18 febbraio scorso, a firma di dirigente dell’U.O.C. tecnico manutentivo, avente ad oggetto “l’affidamento alla ditta Air Liquide Sanità Service Spa, dei lavori di realizzazione della nuova montante di gas medicinali a servizio del Cardarelli, a partire dal collettore esistente fino alla zona filtro del quinto piano del presidio ospedaliero”, adibito a reparto Covid aggiunto.
L’amissione sta tutta nella premessa dell’atto dirigenziale, nella parte in cioè si dichiara esplicitamente che “l’utilizzo dei presidi di CPAP, ovvero di ventilazione meccanica a pressione positiva continua, provoca una elevata richiesta di afflusso di ossigeno, che l’attuale sistema di distribuzione di gas medicinali del P.O. Cardarelli di Campobasso, di concezione alquanto datata, non ne permette più un continuo e sicuro afflusso richiesto”. Veniva pertanto giustificata la necessità di provvedere alla realizzazione della nuova montante di gas medicinali a servizio del Cardarelli, a partire dal collettore esistente fino al 5° piano dell’ospedale”.
Per far luce sull’accaduto e accertare l’eventuale relazione tra il vetusto impianto di ossigeno e le morti avvenute in particolare al quinto piano dell’ospedale di Campobasso, la Procura del capoluogo ha ordinato una perizia tecnica , dando incarico a un medico e un ingegnere clinico, che dovranno relazionare sull’impianto, sulla sua effettiva capacità e sicurezza.
Nel frattempo al Cardarelli sono tornati gli agenti del Nucleo Antisofisticazione dell’Arma dei Carabinieri che hanno acquisito tutta la documentazione tecnica legata al funzionamento e alla successiva sostituzione dell’impianto.
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