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Coronavirus, la lenta rinascita dopo i troppi lutti: contagi in calo in basso Molise

L’epidemia ora corre più velocemente nel medio Molise e in provincia di Isernia. Sulla costa e nell’area frentana l’onda lunga delle restrizioni da zona rossa, durate circa due mesi, ha portato benefici in termini di contenimento della diffusione delle infezioni. Si spera ora che la situazione continui a migliorare anche dopo le festività Pasquali


TERMOLI. Nei quattro Comuni del Basso Molise che tra gennaio e marzo hanno pagato il prezzo più alto in termini di numeri di contagi e di vittime, la situazione sanitaria, alla luce dell’ultimo report fornito dall’Asrem, continua a migliorare.

I centri in questione sono Termoli, Campomarino, San Martino in Pensilis e Santa Croce di Magliano. Nella città adriatica, che da oggi e fino a venerdì sarà in zona arancione dopo due mesi di restrizioni e chiusure quasi totali, si contano al momento 99 casi attivi, con un calo di circa 150 positivi in un mese. Respira anche l’ospedale San Timoteo di Termoli, nella cui area grigia sono al momento assistiti 4 pazienti Covid.

A Campomarino le persone ancora infette sono 29; A San Martino in Pensilis 19 mentre a Santa Croce di Magliano i casi attivi al momento sono 27, anche in questo caso in costante calo da settimane.

Migliora il quadro epidemiologico anche a Guglionesi e Larino: in entrambi i centri del basso Molise i contagi in atto sono 12. In rapporto appare più complicata la situazione di Casacalenda, dove venerdì scorso è scoppiato un focolaio con 13 casi di contagio rilevati in un solo giorno. Al momento le persone infette sono 16 e si spera che il numero non aumenti ancora nelle prossime ore.

Nel complesso si evidenzia come le rigorose misure restrittive adottate a gennaio, in concomitanza con la conferma dell’ingresso della variante inglese del Covid all’esito delle analisi compiute dall’Istituto Zooprofilattico di Teramo, abbiano portato benefici. Ora l’epidemia fa più paura nel medio Molise, nel Fortore, in provincia di Isernia e nel venafrano, dove peraltro è stata confermata la presenza di 3 casi di variante brasiliana del Covid.

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