Categories: Il fatto del giorno

Colletorto, laurea in Arteterapia con 110 e lode per Anastasia Eremita

Voto 110 e lode con menzione d’onore


COLLETORTO. Un percorso importante per Anastasia Eremita che si è laureata in Arteterapia, presso il “Philosophic Terapy Center” Associazione professionale di arteterapeuti (Roma), con una Tesi dal titolo “L’intelligenza emotiva in età evolutiva correlata ai processi emozionali in Arteterapia “. Voto 110 e lode con menzione d’onore. Ad Anastasia congratulazioni da parte dei genitori con i migliori auguri per il suo futuro.

Ma in cosa consiste l’arteterapia? Di seguito un testo di approfondimento per conoscere più da vicino questo percorso.

L’Arteterapia: la creatività che cura.
La prima forma di arteterapia è nata con F. D. Brandeis per supportare i bambini nei campi di concentramento. Da allora l’arteterapia si è maggiormente strutturata come metodologia e strumento utile con persone di tutte le età, con e senza disagi fisici o psichici.

Se io potrò impedire
a un cuore di spezzarsi
non avrò vissuto invano
Se allevierò il dolore di una vita
o guarirò una pena
o aiuterò un pettirosso caduto
a rientrare nel nido
non avrò vissuto invano.
 
(Emily Dickinson)

Arteterapia: una definizione, oggi
Essa è una forma di intervento, nel quale si fa uso di differenti mediatori artistici al fine di favorire l’empowerment della persona o del gruppo, la piena utilizzazione delle proprie risorse e il miglioramento della qualità della vita. L’arteterapia si caratterizza come un approccio di sostegno non-verbale, mediante l’utilizzo di materiali artistici, basandosi sul presupposto secondo cui il processo creativo corrisponda a un miglioramento dello stato di benessere della persona, migliorandone la qualità del vissuto. Tra i mediatori artistici si annoverano: la danza, la musica, il teatro, la fotografia, la pittura. Questi mediatori artistici vengono usati in laboratori di arteterapia che rispettano tutte le regole del setting: lo spazio e il tempo sono ben definiti e tutto ciò che accade all’interno di tale spazio e tempo acquisisce un significato che facilita la comprensione del paziente. Questi laboratori sono un ambiente molto diverso dal classico studio dello psicologo. Il laboratorio è uno spazio ampio, luminoso e ricchissimo di stimoli. Vi si trova di tutto: carta, matite, colori, das, stoffe, lane, legno, farina, teli, burattini, strumenti musicali. Si può trovare anche uno spazio vuoto, libero da stimoli, da riempire come si vuole. L’arte permette un’espressione diretta, immediata, spontanea, arcaica ed istintiva di noi stessi che non passa attraverso l’intelletto.
I materiali e le tecniche che il paziente utilizza gli permettono di esprimere, plasmare e dare una identità precisa al problema che l’ha portato in terapia; attraverso l’aiuto del terapeuta è possibile raggiungere una nuova visione di tale difficoltà, un’intuizione, che lo avvicini alla risoluzione.
Infatti, nell’Arteterapia la produzione artistica non avviene in completa solitudine, è coinvolta anche una relazione tra due persone, il terapeuta e il paziente, e nell’ambito di tale alleanza, la propria creazione viene osservata e discussa, un po’ come accade ai bambini quando mostrano il proprio disegno ai genitori, i quali, con affetto, chiedono a loro: “Oh…che cos’è?”.

L’arteterapeuta deve saper accogliere, legittimare, amplificare i messaggi dell’altro con parole, disegni, proposte. Nel fare ciò deve avere una sensibilità estetica capace di cogliere non la bellezza, il gradevole o il piacevole ma il significativo, il comunicativo. In questo contesto i canoni di bellezza non esistono, ciò che conta è la comprensione, l’accettazione e la contemplazione di ciò che il paziente intende comunicare con la propria opera.

I prodotti artistici non devono mai subire “interpretazioni”, il significato è sempre personale, privato, egocentrato e va ricercato attraverso il colloquio, cosicché sia il paziente stesso ad individuare il giusto messaggio della propria creazione.

Ognuno ha in sé delle risorse proprie e un potenziale autorigenerativo che va semplicemente stimolato. L’Arteterapia svolge questa funzione e ci consente di credere ed essere fiduciosi nelle capacità che tutti quanti noi possediamo.

Così, l’Arteterapia, con le sue tecniche e materiali, favorisce la conoscenza di sé stessi e delle proprie potenzialità e rende possibile l’integrazione di tutte le risorse di cui disponiamo per poter vivere meglio. L’Arteterapia quindi svolge la funzione non solo di trattamento di malattie ma anche di trasformazione, evoluzione e crescita dell’individuo.
 
Aree d’intervento e destinatari
Le aree di intervento dell’Arteterapia sono essenzialmente tre:
 
Area Terapeutica
L’Arteterapia può essere inserita nel programma riabilitativo dei casi di handicap gravi e disturbi psichiatrici (schizofrenia, autismo). Integrandosi al lavoro di equipe fatto di diverse competenze e professionalità (medici, psichiatri, psicologi, logopedisti, ecc) può portare il paziente al raggiungimento di buoni risultati. In questi casi le tecniche espressive non sono mai le uniche responsabili dei miglioramenti, poiché ciò che “cura” è la relazione terapeuta-paziente, ma diventano gli strumenti che un operatore sensibile può utilizzare per scoprire e conoscere le immagini, le sensazioni e i sogni di un paziente che non riesce ad esprimersi con le parole.
 
Area riabilitativa
L’Arteterapia può essere utilizzata anche con bambini, anziani, adolescenti e adulti portatori di handicap fisici in assenza di vere e proprie patologie psichiche. L’Arteterapia diventa un’esperienza ludica, di gioco in cui si è liberi di esprimersi attraverso le proprie possibilità senza ricevere giudizi, né condizionamenti. L’obiettivo non è “fare bene”, ma è comunicare i nostri pensieri ed emozioni così come viene istintivamente fare. Si può produrre anche uno scarabocchio se è questo che riusciamo a fare e ci rappresenta. In questa maniera l’utente con un corpo trasformato o diversamente abile vive il proprio corpo, non lo subisce.

Area preventiva ed educativa.
Le tecniche espressive sono utili per favorire una maggiore conoscenza di sé stessi nei momenti di cambiamento che capitano nella vita. Durante una crisi coniugale, un cambiamento di lavoro, nei casi di leggera depressione a seguito del pensionamento può essere utile liberare le proprie energie creative attraverso un percorso in un laboratorio artistico.

Pietro

Recent Posts

Comunali Campobasso, Maria Luisa Forte incontra i giovani

"Creare una piattaforma telematica dove farli riunire, incontrare, per mettere giù proposte per trasformare insieme…

4 ore ago

Aborto, il gruppo PD Molise presenta una mozione a difesa della legge 194

Prima firmataria la consigliera regionale Micaela Fanelli: "Non possiamo restare a guardare di fronte al…

6 ore ago

Isernia in Serie D, le vecchie glorie: “Riportata la città sul palcoscenico che merita”

"A lei presidente Traisci le più sincere congratulazioni per questa grande gioia" ISERNIA. “Le vecchie…

7 ore ago

‘Rally della Marca’, secondo posto per il molisano Giuseppe Testa

Importante piazzamento per il pilota CAMPOBASSO. Un secondo posto finale a 19”7 dal duo Corrado…

20 ore ago

Migliaia di fedeli al porto di Termoli: la comunità accoglie la Madonna di Fatima

La statua è stata poi portata in processione fino alla chiesa di San Timoteo TERMOLI.…

20 ore ago

Comunali a Termoli, Costruire Democrazia lancia la candidatura a sindaco di Andrea Montesanto

Il movimento si smarca dall’asse Pd-Cinque Stelle, così come accaduto per Campobasso TERMOLI. Non solo…

21 ore ago