Ammassati per ore in attesa di prenotare una visita: l’inferno del Cup al Vietri

Alle 8 di questa mattina di fronte allo sportello del Centro Unificato di Prenotazione del presidio frentano, c’erano già decine e decine di persone in attesa, molti dei quali anziani provenienti anche dai centri limitrofi. C’è chi ha dovuto attendere 4-5 ore per riuscire a prenotare una visita. Altri sono andati via in preda alla rabbia mentre per l’ennesima volta c’è stato chi ha denunciato la situazione di caos e disorganizzazione alle forze dell’ordine. Ma le istituzioni continuano a far finta di nulla


LARINO. Solo ieri l’ennesima passerella dei vertici istituzionali della Regione e dell’Asrem in basso Molise e in particolare a Termoli, dove è stato inaugurato il modulo prefabbricato con all’interno 10 posti letto di terapia intensiva per pazienti Covid. La realtà della sanità in basso Molise continua ad essere l’esatto opposto di quella raccontata ed è testimoniata dalla lunga serie di disservizi che quotidianamente i cittadini, ormai esasperati dagli effetti della pandemia e dalle conseguenze che ricadono sul martoriato sistema sanitario regionale, denunciano alle forze dell’ordine e alla stampa.

L’ennesima segnalazione arriva dall’ex ospedale Vietri di Larino, dove oggi è nuovamente andato in scena il triste spettacolo di file di cittadini che attendevano di poter prenotare una visita al Cup, il Centro unificato che versa nel caos più totale a causa della carenza di personale in servizio allo sportello.

La situazione alle 8.30 di questa mattina è esattamente quella che si può vedere dalla foto riportata in pagina, e si è ulteriormente aggravata nelle ore successive.

Le chiamate alle forze dell’ordine da parte dei cittadini sono diventate ormai un’assurda routine che testimonia la condizione da Terzo Mondo della sanità molisana e la considerazione nulla che le istituzioni locali riservano per i poveri cittadini, costretti a dover fare i conti con il caos e la disorganizzazione del sistema sanitario pubblico ma nel contempo sono tartassati da una tassazione che non ha eguali in Italia e che è del tutto sproporzionata rispetto allo stato dei sevizi erogati.

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