Annunciata per il 21 aprile una manifestazione davanti al Consiglio regionale
CAMPOBASSO. Trasporto pubblico locale, manifestazione di protesta organizzata da Faisa Cisal Molise mercoledì 21 aprile, dalle 10 alle 12, davanti al Consiglio regionale, in riunione sul bilancio, con richiesta di audizione da parte dell’assessore Quintino Pallante o del governatore Donato Toma.
“La situazione del Tpl molisano – la posizione del sindacato – avrebbe bisogno di interventi seri a breve, medio e lungo termine, per cercare di offrire alla collettività un trasporto decente, da questo punto di vista continuiamo a registrare una completa assenza della Regione, l’Ente che dovrebbe avere a cuore il benessere dei cittadini, degli utenti e dei dipendenti, sempre più bistrattati”.
“Non è vero – ha aggiunto ancora Faisa Cisal – che la Eegione Molise non ha strategia in tema di trasporto, c’è una ‘strategia comune utilizzata da tutti i governi della regione Molise che si sono succeduti nel corso degli anni, i quali anziché risanare le pessime condizioni del settore si sono limitati, a ‘galleggiare’, a gestire il comparto, il quale continua ad essere fra i più cari e fra i meno efficienti, senza intraprendere, in concreto, nessuna iniziativa per garantire normali o quantomeno accettabili condizioni economiche e di sicurezza, sia per la collettività sia per l’utenza sia per gli operatori del settore”.
“Non sono state da meno le accoppiate Toma–Niro, rispettivamente presidente ed assessore ai trasporti della regione Molise fino a Giugno 2020, e l’attuale Toma–Pallante, quest’ultimo neo assessore ai Trasporti in carica dallo scorso luglio. Il continuum del governo in carica è stato sempre lo stesso: cambiamo tutto affinché tutto rimanga così com’è. Gli autisti molisani sono i meno pagati, rispetto alla media nazionale. Le fermate a norma del trasporto pubblico, in tutta la regione, non arrivano a 10 su oltre 1000, in barba alla sicurezza. Senza parlare dei soprusi che le aziende stanno mettendo in atto in questo periodo di pandemia per costringere gli autisti ad effettuare la vendita dei titoli di viaggio anche se vietata dai Dpcm”.
“Gli unici interventi – conclude Faisa Cisal – sono stati l’aumento del 35% del costo del biglietto e 500mila euro per la commissione di esperti che ha redatto il bando di gara, poi bocciato in aula nel 2019. Una strategia, probabilmente, tesa a conservare lo status quo, che evidenzia l’incapacità e la mancanza di volontà di questo governo regionale di risolvere i problemi reali che affliggono il settore da decenni e la totale assenza di programmazione e strategia per il futuro”.
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