HomeNotiziePOLITICA & ATTUALITA'Isernia, stangata sui servizi: ecco perché si paga di più

Isernia, stangata sui servizi: ecco perché si paga di più

Il Comune fa chiarezza in merito all’incremento delle tariffe di mensa e trasporto scolastico, casa dello studente, auditorium, impianti sportivi, museo civico e lampade votive cimiteriali


ISERNIA. Stangata sui servizi: l’amministrazione comunale di Isernia fa chiarezza sulle ragioni che hanno portato agli incrementi tariffari per i servizi a domanda, recentemente decisi dall’amministrazione comunale e che hanno suscitato alcune polemiche sui social.

“Con delibera di Giunta comunale n. 66 dello scorso 29 aprile – si legge in una nota di Palazzo San Francesco – è stato determinato l’incremento delle tariffe per i servizi a domanda individuale (mensa scolastica, trasporto scolastico, casa dello studente, auditorium, impianti sportivi, museo civico e lampade votive cimiteriali). 

L’aumento tariffario, purtroppo, è stato reso obbligatorio dalla normativa vigente in conseguenza del deficit strutturale dell’Ente, emerso lo scorso anno in sede di rendiconto relativo all’anno 2019, che impone, per il 2021, per i servizi a domanda individuale, il rispetto della soglia minima di copertura fissato nella quota del 36 percento. In tale contesto, il sindaco e la Giunta, avevano fornito indicazioni al dirigente del settore finanziario per escludere dagli aumenti tariffari i servizi di maggiore interesse sociale, quali la mensa e il trasporto scolastico. Le successive verifiche e le analisi contabili operate a tal fine dagli uffici competenti, non consentivano, però, tecnicamente, nello specifico, di agire in tal senso ma si è, comunque, riusciti a contenere l’incremento della tariffa nel limite del 20 percento.

Peraltro, nella tariffa, così come stabilito dalla norma, bisogna includere anche ‘tutte le spese per il personale comunque adibito, anche ad orario parziale, compresi gli oneri riflessi e le spese per l’acquisto di beni e servizi, comprese le manutenzioni ordinarie’. Per comprendere l’effettiva ricaduta sulle famiglie di tale incremento tariffario, vanno fatte alcune considerazioni ed analizzati i dati di riferimento.

Innanzi tutto va evidenziato che i costi del servizio mensa, così come quelli del servizio trasporto scolastico del Comune di Isernia, risultano di gran lunga al di sotto dei costi medi nazionali e sono certamente tra i più bassi d’Italia.
In particolare, con riferimento al servizio mensa, il costo medio in Italia è di 4 euro a pasto; nel nostro Comune, prima di questo aumento, il costo medio di ogni pasto era di 2,40 euro, ossia inferiore del 40% rispetto alla media nazionale. A seguito dell’incremento operato, il costo medio del servizio è stato portato a 2,50 euro (solo 10 centesimi in più a pasto), restando, comunque, notevolmente più basso della media nazionale del 37,5 percento.
Leggendo in maniera oggettiva i dati, e senza alcuna strumentalizzazione, si evince come l’aumento sia davvero minimo e tale da non gravare eccessivamente sull’economia delle famiglie”.

Per maggiore chiarezza, sempre con riferimento al servizio mensa scolastica, il Comune ricorda che l’utenza è suddivisa in fasce, in base alla situazione reddituale esposta dall’ISEE e sono, inoltre, previste riduzioni tariffarie nel caso di più figli che usufruiscono del servizio. Così la prima fascia (ISEE fino a 2000,00 euro) prevede la gratuità del servizio, per la seconda fascia (ISEE tra 2000,01 e 6000,00 euro) il costo per pasto è di 1,80 euro per il primo figlio e 1,50 per i successivi (prima dell’aumento il costo era rispettivamente di 1,50 ed 1,25 euro), per la terza fascia (ISEE tra 6000,01 ed 10000,00 euro) il costo sale a 2,40 euro per il primo figlio e 2,10 per i successivi (prima dell’aumento il costo era rispettivamente di 2,00 e 1,75 euro), infine, per la terza fascia (ISEE oltre 10000,01 euro) il costo per pasto raggiunge 3,00 per il primo figlio ed 2,70 euro per i successivi (prima dell’aumento il costo era rispettivamente di 2,50 e 2,25 euro).

“Si precisa – si legge infine nella nota di Palazzo San , che per un mero errore da parte del gestore, era stata operata una scorretta decurtazione di somme sui conti dei fruitori del servizio, che sono state immediatamente restituite a seguito di intervento comunale, una volta segnalata l’anomalia”. 

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