Oggi la decisione del Gup del Tribunale di Campobasso, con il processo che inizierà il 23 giugno. La più grande operazione contro la criminalità organizzata condotta in Molise, come l’ha definita il procuratore capo Nicola D’Angelo
CAMPOBASSO. Le mani della malavita sul Molise, tre rinvii a giudizio, nell’ambito dell’operazione ‘Piazza Pulita, condotta dal Nucleo investigativo dei Carabinieri di Campobasso e dal Gico della Guardia di finanza e coordinata dalla Procura distrettuale antimafia presso la Procura di Campobasso.
Oggi l’udienza e la decisione del Gup del Tribunale di Campobasso Veronica D’Agnone. I tre imputati andranno a processo con un’altra trentina di persone il il 23 giugno. Davanti al Giudice delle indagini preliminari sono stati sentiti anche una decina di imputati per il ritor abbreviato. A rappresentare l’accusa nel procedimento il procuratore Vittorio Gallucci, che ha coordinato le indagini insieme al procuratore capo Nicola D’Angelo.
L’operazione ‘Piazza pulita’ scattò nel maggio 2020, a seguito di un’indagine durata quasi due anni, la più grande operazione contro la criminalità organizzata condotta sul territorio, come specificò il procuratore Nicola D’Angelo. Operazione che portò a sradicare un’associazione criminale divisa in tre livelli, il più alto collegato direttamente alla Camorra. Il capo, che dalla Campania si era trasferito in Molise portandosi dietro familiari e aprendo attività, puntava a gestire tutto il traffico della droga e ad avere il monopolio del pellet in tutto il Sud d’Italia.
All’inizio furono 20 le persone arrestate e trasferite in carcere, altre 7 agli arresti domiciliari, con 4 divieti di dimora in Molise e in Campania, 6 divieti di dimora in Molise, 1 obbligo di dimora a Campobasso e 1 obbligo di presentazione di firma alla polizia giudiziaria. Migliaia le cessioni di droga certificate, con lo spaccio che avveniva ovunque, nei night, nelle città e nelle campagne, a Bojano, la base logistica dell’associazione, e a Campobasso.
Tra i provvedimenti disposti dal Tribunale anche il sequestro preventivo dei beni nella disponibilità degli indagati, con la confisca di abitazioni, macchine e quote societarie per oltre un milione di euro. I reati contestati alle persone finite nell’indagine sono, a vario titolo, associazione a delinquere finalizzata al traffico droga, detenzione e spaccio, traffico di stupefacenti, porto abusivo d’armi ed estorsioni, anche con l’aggravante del metodo mafioso.
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