Anche nel piccolo Molise e a Isernia è possibile costruire un’economia che punti sulla formazione delle giovani generazioni
ISERNIA. Grande partecipazione per il primo evento organizzato dal gruppo di lavoro ‘Isernia Futura’ dell’ingegnere Piero Castrataro. Ieri l’appuntamento su Zoom, trasmesso in diretta Facebook sulla pagina social di ‘Isernia Futura’, avente il nome di ‘Officina del sapere’. Durante il dibattito, si è parlato di come sia il capitale umano il vero motore della crescita e di come solo investendo nella formazione delle giovani generazioni Isernia, ma anche l’intero Molise, possano invertire la spirale di decrescita economica e demografica che li stanno facendo lentamente scomparire. Oltre 50 presenze online per un convegno che ha di certo segnato una ventata d’aria fresca per le dinamiche politiche e sociali cittadine.
Ricchi gli interventi, a partire dal professore Unimol Rocco Oliveto che ha chiarito come la facoltà di Informatica in Molise stia diventando un polo formativo di tutto rispetto nel panorama nazionale. L’università attrae un numero sempre maggiore di studenti che riescono tutti facilmente a trovare un’occupazione dopo la laurea, anche a causa del deficit tra domanda e offerta di lavoro nel settore dell’economia digitale. Il professor Oliveto ha inoltre sollecitato tutti gli attori coinvolti a ‘crederci’: per riuscire a creare un ecosistema favorevole all’innovazione, è fondamentale la voglia di aggregare le migliori energie di questa terra e insieme lavorare per un obiettivo condiviso.
L’ingegner Ferdinando La Posta di Gatelab ha poi testimoniato come sia possibile, anche in una città piccola come Isernia, realizzare il sogno di costruire un’impresa fondata principalmente sulle competenze delle persone che riesca a competere a livello globale senza temere confronti. La Posta ha spiegato come sia importante avere percorsi formativi che fin dalle scuole secondarie di secondo grado siano di qualità e capaci di formare in modo adeguato gli studenti. Allo stesso tempo, ha suggerito anche come un soggetto privato senza scopo di lucro, come una fondazione, potrebbe essere il principale strumento con cui investire in ricerca e sviluppo sia per le imprese esistenti, sia per aiutare la nascita e lo sviluppo delle start-up.
Parola poi all’ingegner Luca Cesare di Democom, l’ennesimo testimone di un’azienda digitale che riesce a occupare personale di alto profilo professionale all’interno del nostro Molise, lavorando con clienti dislocati in tutta Italia. Cesare ha sottolineato l’urgenza di istituzioni che abbiano una chiara visione sulla formazione del capitale umano. Istituzioni in grado di creare le condizioni per uno sviluppo fondato sulla conoscenza e sulla meritocrazia, anche creando strumenti di finanziamento che, in modo trasparente, possano aiutare la nascita di nuove imprese e la crescita di quelle esistenti.
La dottoressa Silvia Giannangeli ha riportato la sua esperienza di general manager in un fondo privato che investe in startup, rimarcando come spesso anche in aree con un’alta disponibilità di capitale umano sia difficile non tanto creare nuove imprese, quanto aiutarle a crescere per affrontare meglio i mercati globali.
L’ingegner Giancarlo Fanelli, collegato dalla Silicon Valley, ha raccontato la sua esperienza e quella di altri italiani che stanno avendo successo oltreoceano. Il vero segreto delle aree con forti tassi di sviluppo è la capacità di creare ecosistemi dell’innovazione, dove università, centri di ricerca pubblici e privati, fondi di investimento pubblici e privati coesistano creando la massa critica per sostenere le nuove idee e la crescita di nuove imprese.
Come sottolineato infine da Castrataro, anche nel piccolo Molise e a Isernia è ancora possibile costruire un’economia che punti sul capitale umano e sulla formazione delle giovani generazioni. Le istituzioni già esistenti, in primis l’università, le aziende che continuano impiegare persone competendo in mercati globali, i tanti giovani e meno giovani originari della nostra terra e sparsi in giro per il mondo sono tutti attori che possono contribuire a creare uno sviluppo nel campo dell’economia digitale.
Crederci è sicuramente il primo passo, il Piano nazionale ricerca e resilienza potrà dare i fondi, ma le istituzioni e una nuova classe dirigente devono assumersi la responsabilità di avere una mission e costruire i passi necessari per realizzare una società fondata sulle competenze e allo stesso tempo solidale.
‘Isernia Futura’ ha voluto, con questo primo evento, far capire che è possibile invertire la rotta. Ci vuole coraggio e duro lavoro, ma si può cambiare e costruire un futuro migliore per le nuove generazioni.
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