Covid, Abrignani (Cts) rilancia: obbligo vaccinale per fermare il virus

Il componente del Comitato tecnico-scientifico si dice preoccupato soprattutto per il milione di italiani nella fascia tra i 60 e i 69 anni che non hanno prenotato. Il rischio è la diffusione di varianti

ROMA. Sostiene la necessità dell’obbligo vaccinale per sconfiggere la pandemia da Covid-19. A parlare è Sergio Abrignani, componente del Comitato tecnico-scientifico, che si dice preoccupato per il milione di italiani che, pur avendo già diritto al vaccino, non ha prenotato. E che potrebbe farsi portatore di insidiose varianti.

“Per questo virus, che è un problema di sanità pubblica, – ha affermato l’esperto del Cts stando a quanto riferisce TgCom24 – ci vuole l’obbligo così come lo abbiamo avuto per il vaiolo e per la polio. In Italia l’11% dice che non si vuol far vaccinare, il 7% risponde probabilmente no. Di fatto siamo al 18% e la maggior parte è sotto i 60 anni, non è più un problema individuale. Se non mi vaccino io causo un danno alla comunità – prosegue Abrignani – Se in 10 milioni non si vaccinano in Italia rischiano di selezionare nuove varianti che possano diventare insidiose. Tra l’altro quei 10 milioni mettono a rischio anche i 500mila che non possono vaccinarsi per le loro condizioni di salute”.

Preoccupa soprattutto – si legge – il milione di italiani nella fascia tra i 60 e i 69 anni, categoria a rischio, per la quale il vaccino è fortemente consigliato. C’è infatti una platea di connazionali non vaccinati, che non risultano nemmeno prenotati sulle varie piattaforme regionali.

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