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Concorso per il Sud, anche in Molise troppi posti non coperti. Brunetta ammette il flop

A breve l’approvazione delle graduatorie definitive ma il ministro per la Pubblica Amministrazione ammette: “I contratti a termine e i salari medio-bassi non sono ritenuti appetibili”. In Molise originariamente erano previsti oltre 70 posti tra tecnici, esperti di rendicontazione, avvocati e informatici, ma solo una minima parte verrà effettivamente coperta con gli idonei del concorso


ROMA-CAMPOBASSO. Il ministro per la Pubblica Amministrazione Renato Brunetta, intervenendo alla tavola rotonda “Investire sul futuro: l’Italia alla sfida del Next Generation Eu” organizzata dalla 24Ore Business School, ammette che qualcosa, al Concorso per il Sud, è andato storto.

“Abbiamo cambiato il modo di fare i concorsi, non sempre però la risposta sembra essere pari alle attese”, ha detto. Solo 821 gli assunti a fronte di 2.800 profili ricercati con urgenza per gestire i fondi di coesione già da luglio. A questo si aggiunga il rischio, come già denunciato dal quotidiano Open diretto da Enrico Mentana, che in molti degli idonei potrebbero non accettare l’incarico poiché ritenuto poco conveniente.

“Forse abbiamo sbagliato qualcosa perché il contratto a termine – ha ammesso Brunetta – non è così appetibile, un salario medio basso non è così appetibile per cercare delle skills specialistiche e il gioco è complicato” ha aggiunto il ministro.

Numerose sono state le criticità nell’impianto della selezione pensata dal precedente governo guidato da Giuseppe Comte e concretizzata da quello attuale.
Ai candidati è stato offerto un contratto di 3 anni, con uno stipendio di 1.400 euro al mese e senza alcuna prospettiva certa per il futuro.

A questo si aggiunga che, almeno inizialmente, con le preselettive per titoli ed esperienze, il Concorso per il Sud rischiava di “tagliare” fuori i neolaureati e di includere soltanto i professionisti, di 35-40 anni, nella maggior parte dei casi già con un lavoro e con un contratto solido alle spalle. Un concorso che, di fatto, avrebbe potuto attrarre i neolaureati ma non, di certo, i professionisti ad alta specializzazione.

Ed anche tra i circa 800 idonei dopo la priva scritta, c’è chi sceglierà di rinunciare all’incarico avendo già un buon lavoro e non essendo disposto a trasferirsi in un’altra città, per un contratto che non garantisce nessuna certezza e prospettiva di inserimento a lungo termine nella PA.

Nel frattempo, come riporta il quotidiano Resto al Sud, prosegue l’iter dei ricorsi presentati al Tar per chiedere il ripristino delle previsioni originarie del bando, a causa dell’apertura indiscriminata del concorso ad altri 70.000 candidati. Il rischio reale è che il TAR possa decidere di annullare l’intera selezione dei 2800 tecnici.
Il cambio di rotta, che ha suscitato aspre critiche, è stato determinato dalla bassa partecipazione degli 8.582 candidati ammessi alla prima tornata di prove, inferiore al 65% in media e addirittura inferiore al 50% in alcune regioni.

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