Isernia/ Due persone in gravi condizioni costrette nel reparto d’urgenza: al Cardarelli e al Neuromed non c’è posto. Altre grane per i (pochi) medici in servizio
ISERNIA. Disagi senza fine per il Pronto Soccorso di Isernia: alla cronica carenza di personale si è aggiunto il fatto che oggi è stato utilizzato come ‘parcheggio’ per pazienti in gravi condizioni, in assenza di posti letto negli altri ospedali di riferimento.
Così, accade che i pochi medici rimasti in servizio debbano fronteggiare, in una giornata ‘tipo’ come quella di oggi, 14 pazienti presenti in reparto, cui si aggiungono però 2 persone colpite da ictus in condizioni critiche, lasciate presso il Pronto Soccorso dell’ospedale di Isernia in mancanza di posti letto al Cardarelli di Campobasso o al Neuromed di Pozzilli. I due sono attualmente allocati in una stanza adibita a shock room, con il 118 che, come si apprende da fonti interne, li avrebbe portati a Isernia “poco opportunamente”, visto che i pazienti con quel tipo di quadro clinico andrebbero ‘centralizzati’.
Tra l’altro, nei reparti standard del Veneziale non sembrano previste dimissioni di altri allettati che possano garantire lo smistamento dell’utenza: sul Pronto Soccorso, dunque, vengono a pesare casi che sarebbe bene curare in tutt’altro luogo, mettendo a rischio la vita di persone con gravi patologie tempo-dipendenti.
Circa una settimana fa, presso il Veneziale, c’era stata anche la visita della neo direttrice sanitaria Evelina Gollo, che ha potuto riscontrare di persona tutta una serie di carenze e criticità, quali ad esempio la mancanza di percorsi ad hoc per l’emergenza e la maxiemergenza. Ma soluzioni per ora non se ne vedono. Per tappare i buchi, si è riusciti a recuperare due dei medici venezuelani che avevano già prestato servizio nel reparto diretto dal dottor Lucio Pastore – ancora in malattia per uno stato di forte stress da super lavoro – oltre a un camice bianco proveniente dalla Medicina a seguito di un ordine di servizio.
Si naviga a vista, insomma, con il numero previsto in pianta organica – 11 medici – ben lontano dall’essere garantito. Nelle scorse settimane, ricordiamo, in Pronto Soccorso a lavorare erano rimasti solo in 4: con turni massacranti che espongono a rischi inopportuni pazienti e operatori stessi.
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