A cura del Centro provinciale per l’istruzione degli adulti e dell’associazione Dajal
ISERNIA. Si è appena concluso il progetto denominato ‘La conoscenza è cittadinanza’, che ha coinvolto un gruppo di ragazzi migranti sia adulti che minori di diversa provenienza: Egitto, Guinea, Ghana, Costa d’Avorio, Senegal, Bangladesh, Pakistan e Nigeria.
Il progetto nasce da un partenariato tra il Centro provinciale per l’istruzione degli adulti di Isernia, diretto dal dottor Antonio Ziveri, e l’associazione di volontariato Dajai, attiva sul territorio di Isernia e provincia soprattutto in ambito pedagogico/educativo, coordinata dal professor Francesco Boschi. La modalità operativa dell’associazione è caratterizzata da attività di educazione non formale e informale attraverso le quali creare percorsi educativi di inclusione e conoscenza del territorio.
Il Molise e nello specifico Isernia e la provincia sono interessati così come a livello nazionale da fenomeni migratori a cui non sempre coincidono altrettante possibilità/opportunità di integrazione socio/lavorativa degli stessi. Il Cpia rappresenta una vera opportunità per i ragazzi e le persone adulte migranti poiché oltre ai percorsi educativi sviluppa ed elabora percorsi progetti e percorsi paralleli per l’inclusione e l’integrazione.
L’obiettivo del progetto è stato quello di implementare le conoscenze delle persone migranti che orbitano nell’ambito del CPIA attraverso un percorso strutturato e multi approccio con il quale portare il gruppo target a conoscere il territorio in tutti i suoi aspetti ovvero l’aspetto storico, culturale, educativo, produttivo, sociale, sportivo…tutto ciò per rendere le persone interessate e coinvolte dal progetto, più consapevoli rispetto la realtà territoriale che li ospita, fargli cogliere le caratteristiche e le opportunità di crescita personale, sociale e lavorativa che essa può rappresentare.
“Siamo convinti – scrivono – che la conoscenza e il coinvolgimento diretto delle persone nella vita sociale di una realtà nuova e tanto distante da quella di origine rappresenti, seppur con tutte le difficoltà, una consistente opportunità per renderle migliori e per favorire processi di inclusione e coinvolgimento nella vita e nelle regole del paese ospitante nell’ottica dell’accoglienza e di una pluralità di visioni, nel rispetto delle rispettive tradizioni”. L’avvicendarsi delle diverse giornate, il feedback dei ragazzi e degli operatori coinvolti hanno confermato e dato forza agli obiettivi iniziali, il livello di partecipazione si è mantenuto alto e costante per tutta la durata del progetto e ha visto coinvolti ragazzi ospiti delle strutture di accoglienza SAI di Venafro e del Centro Minori di Cerro al Volturno.
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