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I Cinque Stelle: ritirare il Piano sanitario, troppi soldi ai privati

In vista del Consiglio monotematico di lunedì 27 settembre i pentastellati tornano a evidenziare come i Livelli essenziali di assistenza siano peggiorati dopo 14 anni di commissariamento

CAMPOBASSO. Il Piano sanitario, così com’è, non s’ha da fare. Troppi soldi ai privati accreditati, non una parola sul centro Covid, Livelli essenziali di assistenza peggiorati . Lo dichiara il gruppo regionale del Movimento 5 Stelle, che in una nota torna a evidenziare una serie di storture cui nessun commissario, da 14 anni, abbia mai posto rimedio.

“I problemi della sanità molisana – si legge nella nota dei Cinque Stelle – sono diversi e più volte abbiamo suonato l’allarme. In estrema sintesi, potremmo riassumerli in: carenza di personale e rapporti con i privati accreditati, sbilanciati a favore di questi ultimi. Il Piano operativo sanitario dovrebbe tenere conto di queste enormi criticità, per risanare i nostri conti e, al contempo, offrire servizi migliori ai cittadini. In quello recentemente approvato dal governatore-commissario, ad esempio, occorreva essere più incisivi in merito ai contratti con i privati. Una volta per tutte bisogna fissare i tetti e limitare le prestazioni extraregionali a istituti quali Neuromed e Gemelli Molise che continuano a far ‘pesare’ la loro forza contrattuale”.

“A dirlo – continuano i consiglieri d’opposizione – non è il MoVimento 5 Stelle, ma il tavolo di verifica interministeriale. Già nel verbale del 18 maggio 2018, infatti, al termine dell’incontro tra il tavolo tecnico e il comitato per la verifica dei Lea, si sottolineava una fatturazione eccessivamente elevata a vantaggio dei due maggiori privati della sanità molisana. Elevata rispetto al budget, già importante, stanziato per ciascuna struttura: al Gemelli venivano erogati 4,3 milioni in più, mentre al Neuromed ben 20,9 milioni di eccedenza rispetto al budget ordinario. Oltre 25 milioni di extrabudget insomma. E questa storia si ripete da tempo, nonostante le raccomandazioni provenienti dai ministeri. L’extrabudget drena necessariamente risorse dal comparto sanitario pubblico, incrementando senza soluzione di continuità il disavanzo. E ciò porta all’ulteriore conseguenza dell’aumento automatico delle addizionali Irap e Irpef. Una doppia mazzata per i molisani. A ciò va aggiunto che già nel 2013 c’è stato il primo monito alla struttura commissariale: occorreva fissare tetti di spesa per i privati, tenendo conto del reale fabbisogno della popolazione molisana. Il tavolo tecnico aggiungeva anche che bisognava porre un freno all’eccessiva mobilità attiva. In altre parole: la sanità molisana spendeva troppo per i pazienti di fuori regione, rispetto a quanto spendeva in proporzione per i cittadini molisani. L’ex commissario Giustini ha provato a fissare questi limiti massimi di spesa con un provvedimento datato febbraio 2020. Ma l’extrabudget diretto alle due strutture private non è mai, di fatto, diminuito. E a quanto pare non intende porvi rimedio il commissario Toma. Eppure, con la sanità sempre più indebitata, i Livelli essenziali di assistenza sono in continuo peggioramento, nonostante i 14 anni di Piano di rientro”.

“L’ultimo rapporto di Agenas sui Lea è drammatico – sottolineano dal Movimento – sono insufficienti, infatti, i risultati in settori cruciali, come la rete cardiologica per l’emergenza, la rete trauma, ma anche quella ictus e quella neonatologica, come è deficitario il sistema dei punti nascita. Ancora, non è dato sapere lo stato di attuazione dei servizi minimi presso le case della salute e gli ospedali di comunità. Di sicuro non sono pienamente funzionanti neanche le Rsa. A ciò si aggiunga che non abbiamo avuto risultati più incoraggianti per un altro punto cruciale nel raggiungimento dei Lea: dovevamo ridisegnare il Cup e il governo delle liste di attesa. Non una parola, poi, da parte di Toma sul colossale fallimento del Piano Covid. Il Centro Covid, fortemente voluto dal presidente e dal direttore generale Asrem Florenzano presso il Cardarelli, non è stato realizzato. Nonostante un aumento della spesa prevista, che ha praticamente raddoppiato le stime iniziali. Nonostante i 2 milioni spesi in attrezzature elettromedicali, necessarie al Centro, e i 500.000 euro investiti per rendere operative – sebbene fortunatamente ferme – le strutture modulari. Oltre 6 milioni di euro stanziati dal governo centrale non sono bastati, in sintesi, a dotare il Molise di una struttura dedicata a combattere quella bestia nera chiamata Covid. E ancora, resta da verificare il nuovo incremento di posti letto per Neuromed”.

“Per tutte queste ragioni – concludono i pentastellati – abbiamo chiesto e ottenuto un Consiglio monotematico che si terrà lunedì 27 settembre. Di tutte queste emergenze nell’emergenza chiederemo conto al presidente-commissario, invitandolo a ritirare il Pos 2019-21, che non le risolve. Occorre, a nostro avviso, una seria opera di concertazione per rispondere ai bisogni dei molisani, tanto per il Pos in discussione che per quello riferito al triennio 2022/24. Coinvolgere il Consiglio, gli operatori del settore e le amministrazioni locali non è un esercizio di stile: è necessario. Così come è ormai improcrastinabile rivedere i contratti scaduti con i privati accreditati, fissando un tetto per l’extrabudget e ristabilendo le giuste priorità: il sistema sanitario regionale, pubblico e privato, non può e non deve trascurare le esigenze di cura dei cittadini molisani”.

 

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Pasquale

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