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Ferrovie, Boccardo: “1,25 miliardi per il Sud ma al Molise niente. Era difficile raggiungere un livello così basso”

Il commento della segretaria regionale della Uil alla notizia della ripartizione dei fondi per il potenziamento delle infrastrutture regionali


CAMPOBASSO. Assegnati alle Regioni dal Ministero per le infrastrutture e le mobilità sostenibili per il potenziamento delle ferrovie regionali 1,55 miliardi di euro del Fondo Complementare al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, di cui circa l’81% al Sud, per un totale di 1,25 miliardi. Ma il Molise resta fuori.
A commentare la situazione con amarezza e la segretaria regionale della Uil Tecla Boccardo, che chiede lumi al governo regionale.

“Queste ingenti risorse, hanno spiegato dal Ministero, – afferma la sindacalista – dovranno essere spese per il rafforzamento delle linee ferroviarie regionali interconnesse per migliorarne i livelli di sicurezza, per il potenziamento del sistema ferroviario utilizzato come trasporto pubblico locale, nonché per interventi volti a rafforzare il collegamento delle linee regionali con la rete nazionale ad alta velocità.
Per la realizzazione degli interventi le Regioni, o gli eventuali soggetti attuatori, devono utilizzare le risorse entro il 2026, secondo un preciso cronoprogramma previsto in un allegato al decreto, che riporta i contributi riconosciuti ai singoli interventi”.

Ma ecco le note dolenti: “Tutto molto bello – prosegue la sindacalista – se non fosse che la quota per il Molise è pari a 0. Nulla, neppure un centesimo. Nonostante prima dell’approvazione di questo documento si sia passati per la Conferenza delle Regioni e immaginiamo per altri tavoli tecnici, siamo stati così abili a non ottenere economie neppure per stringere un bullone, con oltre un miliardo di euro ripartito tra poche regioni meridionali. Credo che raggiungere un simile risultato sia difficile davvero”.

Di qui l’affondo: “Ma forse i nostri amministratori avranno pensato che non servisse migliorare le ferrovie forse più disastrate del paese (che vanno verso il disuso in controtendenza con il mondo) sulle quali ormai è diventato noioso anche ironizzare, dove per fare 180 km ci vogliono tre ore e mezza se si è fortunati, senza contare adesso che devi fare i conti con il cambio mezzo. A questo punto ci chiediamo se alle riunioni in cui si definiscono i riparti ci vada qualcuno dal Molise oppure sono tutti troppo impegnati a fare altro. Insomma, – conclude Boccardo – tutti parlano di Pnrr e delle sue opportunità, ma forse non hanno capito come funziona. Evidentemente immaginano, in Regione, che arrivi qualcuno con la valigia a distribuire risorse perché siamo simpatici. Se poi ci sono altre motivazioni, chiediamo di conoscerle”.

 

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Alessandra

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