Muore Alessio Leva, self made man molisano del cemento armato

Si è spento dopo una lunga malattia a 88 anni il costruttore specializzato nel calcestruzzo armato. Originario di Colli a Volturno, ha realizzato decine e decine di fondazioni e strutture di immobili a Campobasso. Leader del settore, è stato un riferimento solido e un modello di comportamento anche per i dipendenti.

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di Maurizio Cavaliere

E’ morto ieri notte dopo aver combattuto a lungo contro la malattia Alessio Leva noto e apprezzato costruttore edile originario di Colli a Volturno. Aveva 88 anni e fino all’inizio del nuovo secolo aveva condotto la sua impresa verso una crescita notevole e riconosciuti successi professionali.

Si era fatto da solo Alessio Leva, un mattone alla volta aveva letteralmente edificato qualcosa di imponente che ha trovato poi nel figlio Gianni la naturale prosecuzione.

Nella sua Colli, ancora ragazzino, si era avvicinato alla falegnameria di Mastro Armelindo. Al tempo si cominciava da apprendisti più o meno intorno ai 12 anni. Tanta gavetta nella vecchia bottega dove tanti altri collesi come lui si sono formati.

La naturale evoluzione di quell’esperienza lo portò nei cantieri edili, abile e benvoluto carpentiere, instancabile lavoratore che, per gradi, aveva acquisito la consapevolezza di poter tentare l’avventura in proprio.

Arriva nel 1954 Campobasso dove rafforza la maestria nello sviluppo edile, in particolare nella fornitura e realizzazione di cemento armato. Lavoratore autonomo dagli anni Sessanta, diviene leader del settore in breve tempo: sono opera della sua azienda le fondazioni e le strutture di decine e decine di immobili cittadini. Tra le altre opere ricordiamo la chiesa di San Paolo in via Tiberio dove ha realizzato pure il tetto in legno. Oltre trenta i dipendenti al servizio della sua missione, lavoratori che lo hanno stimato e ne hanno condiviso il percorso, il metodo e il modo di essere. Leva non ha mai avuto una vertenza in più di trent’anni di attività, proprio perché lui considerava i suoi uomini persone prima che dipendenti: era partito con la cultura della comprensione e del sorriso e l’aveva trasmessa in ogni ambito del suo lavoro.

Subentrato nella gestione il figlio Gianni, ha continuato a girare per i cantieri, fungendo da insostituibile riferimento di esperienza.

Così oggi lo ricorda il commercialista e amico di sempre Davide Siravo, collese come lui: “Campobasso è stata la sua città, soprattutto nella professione, ma una grossa parte di cuore era rimasta a Colli a Volturno. Venti giorni fa mi aveva chiesto notizie dei suoi coetanei in paese, voleva essere informato e partecipe. L’aspetto forse più bello della sua persona era l’affabilità: non l’ho mai visto arrabbiato o seccato in privato o sul lavoro.

Siravo ricorda un aneddoto che va a supporto delle sue parole d’affetto e riconoscenza. “Ho di lui tanti ricordi, ma l’immagine che oggi mi torna in mente è quella di un pomeriggio trascorso insieme negli anni 50. A Colli era il giorno delle elezioni del sindaco. Per festeggiare la lista, dal nome emblematico ‘La spiga’, suonammo e cantammo. Ricordo la melodia dell’organetto e lui che accompagnava al canto:  ‘Aprite le finestre al nuovo sole, è primavera è primavera’ celebre brano di quei tempi interpretato da Franca Raimondi. Sarò felice di ricordarlo così”. Una canzone che è anche una metafora del percorso umano e professionale dell’ex falegname, poi carpentiere, poi imprenditore edile di successo. Alessio Leva era sempre pronto ad aprire la propria finestra agli altri. E oggi il vuoto che lascia quell’apertura sarà impossibile da colmare.

Lascia la moglie Maria, i figli Gianni e Annamaria, la nuora Concetta, il genero Luigi e i nipoti: Simonia, Daniela, Camilla, Alessio e Marco. I funerali si svolgeranno oggi pomeriggio alle 16.30 nella chiesa di Sant’Antonio Abate a Campobasso.

 

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