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Irap non corrisposta per 31 milioni, la Regione chiede il conto al Mef

E’ stata notificata l’ingiunzione fiscale al Ministero dell’Economia e delle Finanze per la vicenda delle risorse (da accertamenti per evasione) che non sarebbero state versate nelle casse dell’Ente di Palazzo Vitale. Il Presidente Toma segue il percorso tracciato dalla Basilicata che ha ‘recuperato’ ben 34 milioni di euro.


La Regione Molise ha notificato un’ingiunzione fiscale al Ministero dell’Economia e delle Finanze per il recupero di circa 31 milioni di euro.

IsNews ne aveva dato notizia alcuni mesi fa: adesso è tutto ufficiale perché la battaglia a colpi di carte bollate è appena iniziata, proprio con la notifica presentata il 26 ottobre.

La vicenda riguarda una quantità notevole di risorse relative agli accertamenti per evasione dell’Irap, che il Ministero dell’Economia e delle Finanze avrebbe dovuto riversare nelle casse della Regione Molise e che invece la struttura amministrativa di via XX Settembre ha versato sul conto della Tesoreria centrale dello Stato, intestato alla Regione, e dedicato al finanziamento della spesa sanitaria.

In sostanza il Mef avrebbe sottratto alla Regione risorse direttamente e autonomamente disponibili determinando al contempo un minor finanziamento del Fondo statale di garanzia che compensa le Regioni delle eventuali minori entrate dell’Irap, al netto delle risorse già imputabili alla spesa sanitaria.

Il Presidente della Regione Donato Toma, che conosce bene la materia tributaria, ha quindi deciso di percorrere la via del recupero dell’ingente somma. Lo ha fatto affidandosi allo Studio dell’Avvocato lucano Vittorio De Bonis che ha curato, e vinto, lo stesso procedimento per conto della Regione Basilicata con il recupero di ben 34 milioni di euro.  

Ammonta più o meno alla stessa cifra (31milioni) quella richiesta dalla Regione Molise. Una montagna di risorse, tra l’altro senza vincolo di destinazione, che farebbero un po’ respirare le casse regionali in sofferenza per il deficit della sanità.

La Regione Molise ha quindi messo in mora il Ministero dell’Economie e delle Finanze che, insieme con l’Agenzia delle Entrate, ha tempo fino 25 novembre (30 giorni dalla notifica) per opporsi. Poi la palla passerà alla sezione giurisdizionale della Corte dei Conti.  

Un anno fa di questi tempi fu pronunciata la sentenza relativa alla vertenza tra Regione Basilicata e Mef. La Corte affermò un principio di diritto importante, corrispondente all’autonoma e diretta applicabilità di un articolo di legge secondo il quale spettano alle Regioni, in autonomia e senza vincolo di destinazione, le somme derivanti da Irap, da accertamento e addizionale regionale Irpef. Al secondo comma dello stesso articolo, sono previsti i decreti successivi con i quali si sarebbero dovuti stabilire tempi e modalità di versamento, decreti mai attuati dal 2011 (periodo contabile di riferimento 2011-2014). Un giudizio chiaro quello della sezione giurisdizionale della Basilicata che fa il paio, e qui è l’ottima notizia, in prospettiva, per la Regione Molise, con quello delle Sezioni Giurisdizionali Centrali di Appello, pronunciato la settimana scorso. I giudici contabili hanno di fatto messo una pietra sulla prima sentenza, confermando la bontà delle scelte procedimentali e processuali, prima fra tutte l’utilizzo dell’ingiunzione di pagamento come strumento di tutela per il recupero del credito in una vertenza come quella in questione affrontata da un Ente Regione.

Per altro lo studio De Bonis, seguendo il percorso già tracciato con successo, ha notificato una ulteriore ingiunzione fiscale al Mef, che si è già opposto, per ulteriori 28 milioni di euro relativi al periodo 2015-2019 sempre a tutela della Regione Basilicata.

E adesso tocca al Molise che, all’esito delle attività di istruttoria sulla determinazione del credito, ha appreso che la somma di cui ‘sarebbe stato privato’ ammonta a circa 31 milioni di euro. Con la più che probabile opposizione del Mef (che viceversa dovrebbe già ‘restituire’ l’ammontare), la Regione si costituirà in giudizio e toccherà ai giudici contabili decidere in merito. Per il Presidente Toma e per la Regione un braccio di ferro da vincere, con il supporto dell’avvocato De Bonis il quale sta lavorando con la collaborazione dello studio tributario Cocca (del compianto omonimo commercialista Vincenzo, grande professionista del capoluogo, portato via l’anno scorso dal Covid) oggi gestito dal figlio, l’avvocato Angelo Cocca.

 

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