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Isernia, terrorista arrestata: orrori e massacri nei 7mila video scaricati dalla sposa pellegrina

Emergono nuovi dettagli sul caso di Bleona Tafallari, la 19enne fermata nei giorni scorsi a Milano. Intanto la ragazza, che si è radicalizzata durante la sua permanenza nel capoluogo pentro si difende: “Io caduta in trappola. Scaricavo i file per curiosità”


ISERNIA/MILANO. Nel suo cellulare sono stati trovati 7mila video di orrori e massacri. Emergono nuovi dettagli sull’inchiesta che ha portato all’arresto Bleona Tafallari, la 19enne fermata nei giorni scorsi a Milano dalla Polizia con l’accusa, pesantissima, di terrorismo internazionale.

Bleona è una ‘sposa pellegrina’ ovvero una Al Muhajirah (il suo nickname sulla piattaforma Telegraph, ma anche il nome dato all’operazione antiterrorismo).

Radicalizzatasi a 16 anni, quando abitava a Isernia con la famiglia e già flirtava con Daesh, è sposata da gennaio di quest’anno con un miliziano anche lui di origine kosovara e imparentato con il macedone Kujtim Fajzulai l’attentatore di Vienna (4 morti e 23 feriti), tutti appartenenti alla cellula salafita trapiantata in Germania ‘Leoni dei Balcani’ provvista di numerosi arsenali e impegnata a compiere attentati in giro per il mondo.

Ieri è stata sottoposta ad interrogatorio di garanzia. “Non ho mai fatto propaganda all’Isis ed ho scaricato il manuale per confezionare ordigni per curiosità” ha riferito al giudice.

Il gip, riferisce Rainews, era in video-collegamento con il carcere dove la ragazza si trova da ieri quando è stata arrestata dalla Digos di Milano. “É solo una ragazzina – ha detto l’avvocato della giovane, Giuseppe De Carlo –  ha iniziato a chattare dal suo telefono ed è caduta in trappola”. Per il legale la 19enne “non aveva aderito ai Leoni dei Balcani: formazione che lo stesso Gip definisce misteriosa e certamente non pianificava azioni violente”.

Nel suo cellulare la Digos, si diceva, ha trovato oltre 7mila tra audio video ed immagini: alcune dell’agenzia di comunicazione dello Stato Islamico ‘Al Hayat Media Center”‘, oltre a 2mila chat che secondo gli investigatori “non lasciano dubbi sulla sua appartenenza allo Stato Islamico i cui simboli indossa con fierezza: il guanto con la bandiera nera e la formula della Shahada con l’anello”. Rinvenute dalla polizia anche “esecuzioni sommarie di infedeli” con decapitazioni e scene di attacchi terroristici dei mujaheddin nelle città europee, dei quali vengono esaltate le gesta”.

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