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Omicidio della vigilia di Natale, Gianni De Vivo chiede di parlare: richiesta al pm

L’istanza sarà formalizzata il 7 gennaio. Il 37enne, accusato di aver ucciso Cristian Micatrotta con una coltellata alla gola, nell’interrogatorio di garanzia si era avvalso della facoltà di non rispondere


CAMPOBASSO. Omicidio della vigilia di Natale, Gianni De Vivo, il 37enne di Campobasso accusato di aver ucciso Cristian Micatrotta con una coltellata alla gola, chiederà di essere interrogato per raccontare la sua verità. Per dire cosa è successo la sera in cui la città era ancora a tavola per la cena del 24 dicembre, mentre in via Vico si consumava una tragedia.

Sarà il suo legale, l’avvocato Mariano Prencipe, a presentare venerdì 7 gennaio la richiesta di interrogatorio al pm Elisa Sabusco, il sostituto procuratore che coordina l’inchiesta. Nell’interrogatorio di garanzia, svolto in Tribunale il 27 dicembre, De Vivo si era avvalso della facoltà di non rispondere perché, come aveva spiegato lo stesso Prencipe, il breve colloquio avuto con il suo assistito non aveva consentito di mettere a punto una strategia difensiva.

In attesa dei primi riscontri dell’autopsia, effettuata sul corpo della vittima, il 38enne geometra con la passione del calcio, va avanti l’indagine portata avanti dai carabinieri di Campobasso. Che hanno ascoltato la versione dei due uomini che erano con Cristian Micatrotta la sera dell’omicidio. E hanno sentito un supertestimone, una persona che da un balcone di via Vico, richiamato dalle grida di una lite, avrebbe assistito a buona parte della drammatica scena.

Nell’immediatezza si era parlato di omicidio conseguenza di storie di droga. Una versione rigettata dagli avvocati della famiglia della vittima, Fabio Albino e Domenico Fiorda. Cristian Micatrotta, hanno precisato i due legali, esprimendo la posizione della famiglia, non aveva nulla a che fare con il mondo della droga. Non era uno spacciatore e non era neppure un assuntore.

Di più, lui e De Vivo non avevano i rispettivi numeri di telefono. Per cui le telefonate che sarebbero intercorse prima dell’aggressione e dell’accoltellamento avrebbero coinvolto uno dei due uomini che con Cristian era andato in via Vico. Elemento questo facilmente accertabile dal tracciato telefonico dei cellulari, sequestrati dai carabinieri.

Nel frattempo Gianni De Vivo resta in carcere a Benevento, dov’è stato portato per l’indisponibilità in via Cavour per la cella dove anche i detenuti devono fare la quarantena Covid. Potrebbe tornare prossimamente a Campobasso.

C.S.

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