Sempre meno parchi e aree gioco: l’inesorabile declino della ‘partitella’ in cortile

Uno studio di Openpolis avverte: complici la pandemia e la crisi, ovunque c’è diminuzione o mancanza di strutture, servizi, opportunità, rete e cultura. Con buona pace degli spazi per gli svaghi più sani dei ragazzi


ROMA. Tra la pandemia e la crisi economica, le famiglie stanno vivendo una situazione di sempre maggiore disagio: soprattutto quelle con figli minori sono sempre più povere. Ma c’è un altro ambito dove l’impoverimento sta diventando gravoso: quello delle risorse educative. Una ricerca di Openpolis assieme all’Impresa sociale Con i Bambini, elaborando dati Istat, sul tema della povertà educativa, ha evidenziato una situazione desolante. Ovunque c’è diminuzione (o addirittura mancanza) di servizi, di opportunità, di rete, di cultura. A questo si aggiunge una carenza di strutture, di spazi verdi e di parchi: anche il servizio ambientale ha infatti una funzione sociale, quando si tratta di svago, di opportunità d’incontro e aggregazione.

“Il verde pubblico è una variabile fondamentale per la vivibilità del territorio. In particolare nelle città, le aree verdi rivestono una serie di funzioni strategiche, che porta a considerarle vere e proprie ‘infrastrutture verdi’”, si legge nell’introduzione dell’indagine della Fondazione. Una condizione, quella di parchi e giardini pubblici, che diventa fondamentale quando si tratta di bambini piccoli. Ma lo stesso discorso si può allargare alle aree sportive all’aperto per i giovani e all’arredo urbano per le famiglie.

La ricerca di Openpolis, impegnata da sempre nell’ambito sociale, analizza poi la situazione specifica in Italia. Ne emerge ancora una volta un Paese diviso in due: più verde nella parte centrosettentrionale, più critica quando si scende verso il Meridione. Ci sarebbe “una spaccatura abbastanza netta tra le città del nord e quelle del sud, in termini di disponibilità del verde pubblico per bambini e ragazzi. Escludendo Matera, Oristano e l’Aquila, i primi 20 capoluoghi italiani per verde attrezzato, storico e parchi per minore si trovano nel centro-nord”.

I dati parlano chiaro: “Tre su quattro grandi città del Mezzogiorno hanno meno di 100 metri quadrati di verde urbano per residente con meno di 18 anni”. Inoltre, indica l’indagine, tredici sono i capoluoghi con meno di 25 metri quadrati per minore: di questi 12 sono proprio nell’Italia meridionale. E restando al sud tra le maggiori città “la presenza di verde incolto caratterizza soprattutto due grandi capoluoghi come Catania e Napoli”.

Nel resto del Paese, invece, “tra le dieci maggiori città, Torino e Firenze sono quelle con più parchi storici vincolati per minore, Milano e Roma quelle con più verde per quartiere”. Firenze, inoltre, vanta il primato di capoluogo con più aree sportive all’aperto e Bologna ha la maggiore offerta di grandi parchi urbani.

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