Covid tra gli animali a Hong Kong, al via la petizione salva criceti: chiesta la grazia

Intanto in molti lasciano il Paese e per fuggire stanno addirittura noleggiando charter privati speciali, al costo di 200 mila dollari hongkonghesi

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HONG KONG. Duemila criceti da abbattere dopo lo scoppio di un focolaio Covid in un negozio di animali a Hong Kong. Questa la decisione delle autorità governative, contro la quale è stata lanciata una petizione per chiedere la grazia.
A protestare è la Hong Kong Animal Law and Protection Organization, secondo cui – riferisce il Corriere della Sera – “il governo non ha il diritto di sequestrare i loro animali di casa e quindi bisogna resistere”.

Ed ecco che, sotto lo slogan ‘Salviamo i criceti’, c’è chi ha cercato di costituire sui social una rete di protezione, mentre nelle scuole elementari i bambini si sono offerti per organizzare ambienti dove far trascorrere la quarantena agli animaletti.

Ma non è finita. In tanti, dinanzi a tale situazione di ‘tolleranza zero’ – si legge ancora – sarebbero pronti a lasciare la Repubblica popolare, in particolare i residenti stranieri. A Hong Kong, la Camera di Commercio Usa ha fatto un sondaggio dal quale risulta che il 40 per cento dei residenti americani nella City vorrebbe andarsene.
E a questo punto si porrebbe pure il problema degli animali da compagnia. Portarsi dietro cani o gatti costerebbe tantissimo, in quanto i pochi aerei commerciali sono tutti a pieno carico anche nelle stive.
Per l’esodo, gli ‘expat’ con animali al seguito stanno noleggiando charter privati speciali, al costo di 200 mila dollari hongkonghesi (22 mila euro circa) per un biglietto doppio: padrone e cane o gatto. Insomma, è psicosi.

 

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