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Movimento Cinque Stelle e Azione: uno è di troppo, è crisi al Comune di Isernia

Dopo l’ingresso di Leda Ruggiero nel Consiglio direttivo del partito di Carlo Calenda scoppia il caos in maggioranza. Chiesti chiarimenti al sindaco. La capogruppo pentastellata Elvira Barone: “Non lascio il centrosinistra, ma se necessario voterò secondo coscienza”. Monaco: “Noi al lavoro per una soluzione. Pronti al sacrificio se ‘la ragion di Stato’ lo richiederà”. Pd e Volt per ora non parlano. Intanto il centrodestra prepara l’interrogazione ad hoc


di Pasquale Bartolomeo

ISERNIA. “Insieme a te non ci sto più, guardo le nuvole lassù”, cantava Caterina Caselli. Un brano che ben si addice, da qualche giorno, a far da colonna sonora al Comune di Isernia, dove la recente nomina dell’assessore Leda Ruggiero nel Consiglio direttivo di Azione ha sollevato un polverone. Già, perché Ruggiero è un assessore esterno e, come tale, rappresenta una nomina strettamente fiduciaria del sindaco, Piero Castrataro.

Ma Azione è un partito che non ha sostenuto il centrosinistra in campagna elettorale; e a livello nazionale, è quanto di più antitetico ci sia al Movimento Cinque Stelle, che siede in Giunta insieme a Leda Ruggiero con Vittorio Monaco assessore. Non solo: il partito di Carlo Calenda, in Molise vanterebbe presunte ‘relazioni pericolose’ con l’europarlamentare di Forza Italia Aldo Patriciello, non meglio specificate ma paventate da alcuni esponenti della prima ora del Movimento.

Di qui il casus belli: ieri pomeriggio, in una riunione di maggioranza, la capogruppo pentastellata Elvira Barone ha sbattuto la porta e ha abbandonato i lavori.

Contattata da isNews, Barone ha ricordato, con coerenza, come i due partiti, a livello nazionale, siano assolutamente incompatibili. Per poi aggiungere: “Probabilmente non mi sarei neppure candidata con Castrataro se avessi saputo che ci sarebbe stato qualcuno di Azione a sostegno della maggioranza e oltretutto in Giunta – ha detto – Non sapevo che Leda Ruggiero ne facesse parte già in precedenza, nulla di personale. Il tema è rigorosamente di natura politica. Se lo avessi saputo a ottobre, avrei sollevato da allora il problema. In Azione c’è Giulio Castiello come segretario provinciale di Isernia: persona di stretto riferimento dell’ex sindaco Gabriele Melogli. Non credo che noi e Azione possiamo coesistere, in un esecutivo. Azione a, livello territoriale, non è neppure ascrivibile al centrosinistra, ma molto più vicino al centrodestra”. Cosa accadrà dunque? “Di certo non passerò all’opposizione – ha sgombrato il campo dagli equivoci – perché lascerei campo libero a chi, dall’altra parte, sono sicura, cercherebbe di entrare nelle file della maggioranza per ragioni di convenienza. Ma se fosse necessario, non voterei più i provvedimenti a scatola chiusa, ma secondo coscienza, di volta in volta”.

La posizione della capogruppo, ci ha tenuto a precisare, non è una di natura personale, ma condivisa con altre persone all’interno del partito. In particolare, con l’assessore Vittorio Monaco, che è apparso comunque fiducioso della possibilità di ricomporre i cocci. “Abbiamo chiesto un chiarimento al sindaco – ha ammesso – Non sarà un caso di Stato, ma neppure possiamo far finta di nulla. Sappiamo che la città va governata nell’interesse dei cittadini che ci hanno votato e non lo dimentichiamo. Confidiamo si possa trovare subito una soluzione, perché siamo convinti che il tema dell’incompatibilità politica di Azione con la Giunta Castrataro interessi anche le altre forze di maggioranza”. Anche Monaco ha detto di non essere a conoscenza della militanza dell’assessore Ruggiero tra le file del partito di Calenda. Per poi glissare: “Nessuno vuole un conflitto che danneggerebbe tutti. Siamo persone coscienti e responsabili, lavoriamo per fare i ‘pompieri’. Certo è – ha concluso – che se sull’altare della ‘ragion di Stato’ si dovesse ritenere che qualcosa va sacrificato, ebbene noi saremmo disponibili”. Un possibile addio all’esecutivo da parte del Movimento? Presto per dirlo, anche perché certe decisioni vanno concertate.

Ma intanto il problema resta. Pd e Volt, al momento, non hanno voluto rilasciare dichiarazioni, in attesa di riunirsi e prendere una posizione ufficiale, probabilmente a inizio settimana.

Mentre l’opposizione di centrodestra è partita all’attacco. Mena Calenda (Udc) e Linda Dall’Olio (Forza Italia) presenteranno un’interrogazione ad hoc. “Il problema non è affatto il nome di Leda Ruggiero – ha scritto Calenda sul suo profilo Facebook – persona e professionista seria e responsabile; ma lo è quella regia occulta in base alla quale Castrataro ha compiuto talune scelte senza alcuna motivazione tecnica che fosse utile e valida per i bisogni della città. Mi aspetto riposte chiare, motivate e possibilmente tecniche”.

“La motivazione che portó Castrataro a nominare la Ruggiero – così invece Dall’Olio – non fu una scelta tecnica, non una valutazione ponderata avendo come primo obiettivo il bene della città e le sue necessitá, ma l’auspicio di mettere in crisi, per ragioni che nulla hanno di politico, una minoranza (essendo Ruggiero, come noto, la nipote di Melogli, ndr). Auspichiamo d’avvero che non sia così, nel rispetto della città, delle minoranze e delle persone da lui nominate alla carica di assessore”. L’ex assessora conclude con amarezza: “La squadra Castrataro pare si sia concentrata a vincere le elezioni dietro il baluardo della novitá e del cambiamento, ma in realtà di nuovo ha ben poco, anzi, sembra aver solo cambiato l’abito al più vecchio dei manichini esposti da sempre in vetrina”.

Cosa succederà? Ruggiero resterà al suo posto, confermata dal sindaco? Lascerà le cariche politiche in Azione? O sarà Il M5S a lasciare la Giunta?

“Quella persona non sei più, quella persona non sei tu… Finisce qua, chi se ne va che male fa?”. Caterina Caselli non passa mai di moda.

 

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Pasquale

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