Troppi tumori scoperti tardi per colpa della pandemia: l’allarme degli oncologi

Ridotte le nuove diagnosi per effetto dei ritardi dovuti a due anni di emergenza sanitaria. Criticità anche per l’assistenza domiciliare

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ROMA. Ritardi nelle diagnosi e nelle cure accumulati in due anni di pandemia, gli oncologi lanciano l’allarme per l’aumento che si si sta registrando in Italia di casi di tumori scoperti in fase avanzata.

Come riporta Tgcom 24, in vista della Giornata mondiale contro il cancro, l’Associazione italiana di oncologia medica fotografa avverte: “Serve subito un Recovery plan, ovvero un Piano di recupero dell’oncologia, per colmare i ritardi nell’assistenza. Senza un’adeguata programmazione, le oncologie non saranno in grado di affrontare l’ondata di casi in fase avanzata stimati nei prossimi mesi e anni”.

“Nel nostro Paese – ricorda l’associazione – sono attive 371 Oncologie, l’85% ha un servizio di supporto psicologico. Le Breast Unit, dedicate alla cura del tumore della mammella, sono 287, di queste l’80% tratta più di 150 nuovi casi ogni anno (la soglia minima stabilita a livello europeo). Significativi i passi avanti realizzati nella definizione dei percorsi diagnostico-terapeutici e assistenziali, essenziali per garantire un’assistenza multidisciplinare, sono stati infatti deliberati dalle reti oncologiche ben 1.375 documenti. Quasi l’80% delle strutture ha una nutrizione clinica di riferimento.
 
Le criticità riguardano in particolare l’assistenza domiciliare oncologica, disponibile solo per il 68% dei centri. Inoltre, sono da implementare i gruppi di cure simultanee. Preoccupa soprattutto l’aumento di casi di tumore in fase avanzata, a causa dei ritardi nelle diagnosi e nelle cure accumulati in 24 mesi di pandemia”.

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