Reati contro il patrimonio culturale nel Codice penale, il sì di Testamento che rilancia: ora dignità agli operatori del settore

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Rosa Alba Testamento

La deputata molisana di Alternativa ricorda la presentazione di una proposta di legge ad hoc a sua firma


ROMA. Bene l’inserimento nel codice penale dei reati contro il patrimonio culturale, ma subito il riconoscimento dei diritti e della dignità delle professioni culturali. Questa l’estrema sintesi del pensiero della deputata molisana di Alternativa, Rosa Alba Testamento, che rilancia l’urgenza di discutere una proposta di legge e una risoluzione ad hoc, a sua prima firma, già depositate in Commissione cultura.

“L’inserimento nell’ambito del codice penale di un apposito titolo sui delitti contro il patrimonio culturale – commenta – consentirà di garantire un livello più elevato di protezione e tutela al nostro patrimonio artistico e culturale, al centro negli ultimi anni di sempre più frequenti aggressioni, danneggiamenti, furti, traffici e operazioni illecite, anche di natura mafiosa. L’introduzione di aggravanti e nuove fattispecie normative per i reati sui beni culturali e la possibilità di svolgere attività sotto copertura nel contrasto ai delitti di riciclaggio e auto riciclaggio sono senz’altro strumenti importanti per lo svolgimento di un’azione repressiva e preventiva molto più efficace in ambito culturale. Tuttavia – prosegue la portavoce nel suo intervento – ritengo che il ministro Franceschini debba finalmente iniziare a interessarsi dei numerosi siti e luoghi di cultura abbandonati o chiusi al pubblico. Non è anche un reato contro il patrimonio culturale e, di riflesso, contro la collettività quello di tenere a lungo chiuso al pubblico un bene, un sito o, in generale, un luogo di cultura, impedendone la fruizione e la conoscenza? In Molise, in tal senso, abbiamo purtroppo, molti esempi: dal Castello di Gambatesa al Santuario sannitico di Pietrabbondante, passando per la Biblioteca ‘Pasquale Albino’ di Campobasso, l’area archeologica di Larino e Villa Zappone, il Verlasce di Venafro, che continuano a essere totalmente o parzialmente inaccessibili a cittadini e turisti a causa di risorse economiche bloccate o difficilmente reperibili e carenza di personale. Come pensa il Ministro Franceschini si possa concretamente realizzare quella ripresa culturale ed economica che non perde occasione di decantare se si persevera nel solito errore di sostituire il personale con il sistematico ricorso ai volontari, se non si affronta il tema della valorizzazione delle professioni culturali, se il Governo continua a dimostrare una sconcertante incapacità di sostenere economicamente una visione pubblica delle politiche riguardanti il patrimonio culturale nazionale.

Il Ministro e la maggioranza che lo sostiene quando comprenderanno che non è più differibile l’avvio di un percorso normativo che porti al riconoscimento dei diritti e della dignità delle professioni culturali e a una netta demarcazione tra le loro mansioni e quelle dei volontari? In Commissione Cultura – conclude – sono presenti su questo tema una proposta di legge e una risoluzione a mia prima firma. Vogliamo cominciare a discuterne?”.