HomeNotizieCRONACAGuerra in Ucraina, il ‘Falco’ scende in picchiata per aiutare i profughi

Guerra in Ucraina, il ‘Falco’ scende in picchiata per aiutare i profughi

L’influencer Mario Ferri, noto per le sue invasioni di campo e seguitissimo sui social, ha deciso di mettersi in gioco in prima persona per trasportare donne e bambini presenti a Leopoli verso il confine polacco


UCRAINA. Il ritorno del ‘Falco’, Mario Ferri, stavolta ha il sapore della generosità e della solidarietà. Nei giorni scorsi il noto influencer ha documentato il suo viaggio in Ucraina per portare sostegno ai profughi della guerra. Da Roma si è imbarcato su un aereo che lo ha portato a Cracovia, dove ha noleggiato un auto e si è diretto verso il confine ucraino. Le immagini da lui proposte sui social hanno del surreale: lunghissime file di mezzi militari e civili, coprifuoco, e condizioni umane incredibile da associare a un paese occidentale alle porte dell’Europa.

L’obiettivo di Ferri quello di trasportare donne e bambini ucraini presenti a Leopoli verso il confine polacco per metterli al sicuro. Il ‘Falco’ ha incontrato diversi imprevisti, testimoniando a 360 gradi la sua esperienza:  “Resoconto della giornata. Ho preso una macchina per fare da navetta alle persone che vogliono scappare dall’Ucraina alla Polonia e per caricare provviste per la gente. Ho fatto 5 ore di fila alla dogana e non sono riuscito ad entrare in Ucraina, visto che alla 22 inizia il coprifuoco militare perciò adesso sto dormendo in una baita attaccata al confine. Domani mattina ore 6 entro in Ucraina direzione Leopoli”.

Ferri racconta poi la “storia incredibile” della prima famiglia aiutata: “Stanno rientrando in Ucraina per andare dal nonno che è malato, una mamma (Zelina) e 3 figli (Camilla, Katrina e Mateo) li ho incrociati mentre passavo il confine ed erano a piedi, super infreddoliti, ovviamente li ho fatti salire, ho messo l’aria calda, un po’ di musica (i bambini cantavano la canzone dei Måneskin) e nel tragitto fino a Lviv abbiamo mangiato insieme qualche Kinder Cereali. Quello che sto vedendo e’ 10 volte peggio di quello che immaginavo e che si vede in TV. Alla frontiera ho visto code 15km di auto che vanno in Polonia (quando dovrò uscire ci metterò 2 giorni). Nnel tragitto ho visto tante auto abbandonate per strada di gente che ha finito la benzina e ha continuato a piedi (con zero gradi) La cosa brutta che sono donne, bambini e anziani perché gli uomini non possono abbandonare il paese… Ragazzi un vero inferno per queste povere persone”.

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