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Caro carburante e materie prime alle stelle, vertice tra Regioni e Governo. E intanto gli autotrasportatori incrociano le braccia

Stop dei servizi da lunedì 14 marzo. La nota di Trasportounito. Ma il Codacons denuncia: effetti diretti sulla collettività. Oggi a Roma l’incontro degli assessori regionali all’Agricoltura con i ministri Patuanelli e Cingolani: “Serve anche meno burocrazia e più liquidità alle imprese” 


ROMA. Caro carburante e materie prime alle stelle: questo il tema al centro del summit, di scena oggi a Roma, tra i membri della commissione Politiche agricole della Conferenza delle Regioni e i ministri Patuanelli e Cingolani.

“Abbiamo chiesto di ridurre subito le accise sul carburante, così come già ribadito alcuni mesi fa, prima che le conseguenze diventino per tutti drammatiche e irreparabili – così esordisce l’esponente dell’esecutivo molisano Nicola Cavaliere – Ma non solo, abbiamo posto l’accento sull’aumento insostenibile delle materie prime e sulla crisi che sta vivendo in particolare il comparto lattiero-caseario. Abbiamo invocato inoltre lo sblocco di tutti i pagamenti sospesi alle aziende, il rinvio della nuova PAC e la moratoria e la ristrutturazione del debito. Occorre poi rivedere i finanziamenti PSR e PNRR, in modo da garantire maggiore liquidità direttamente alle imprese, che hanno inoltre l’assoluta necessità di avere più possibilità di credito. Senza dimenticare i troppi danni procurati alle aziende dalla grave emergenza cinghiali. Il mondo dell’agricoltura vive una fase davvero delicata, servono risposte celeri e straordinarie”.

“La pandemia prima, la crisi energetica poi e infine la guerra in Ucraina pesano come macigni sul rilancio del settore e si aggiungono ai soliti problemi strutturali da affrontare. Gli assessori regionali all’Agricoltura – aggiunge Cavaliere – hanno mostrato tenacia e compattezza nella difesa dei territori e nella volontà di impegnare il governo nazionale a compiere scelte immediate e concrete. Abbiamo richiesto ed ottenuto – conclude – incontri più frequenti, proprio per monitorare in maniera efficace la situazione. Intanto, a stretto giro sarà presentato un documento ufficiale unitario in modo da obbligare l’esecutivo ad intraprendere tutte le iniziative richieste”.

Nelle more di decisioni chiare sulla questione, gli autotrasportatori sono pronti ad incrociare le braccia. Il fermo scatterà da lunedì 14 marzo. Ad annunciarlo Trasportounito che – riferisce l’Ansa – precisa come non si tratti di uno sciopero né di una rivendicazione specifica, bensì di un’iniziativa finalizzata a coordinare le manifestazioni sullo stato di estrema necessità del settore.

“La sospensione dei servizi si è resa inevitabile – sottolinea una lettera inviata alla Presidenza del Consiglio, al Ministro e al Vice Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili e al Presidente della Commissione di Garanzia in Scioperi – anche per tutelare le imprese e impedire che le esasperate condizioni di mercato, determinate dal rincaro record dei carburanti, si traducano in vantaggi per altri soggetti del settore trasporti, ovvero in addebiti per obblighi contrattuali che le imprese della filiera logistica non sono più in grado di garantire”.

Tuttavia, le proteste nel comparto dei trasporti potrebbero portare nell’immediato ad una ulteriore grave impennata dei prezzi al dettaglio. Lo denuncia il Codacons: “Il blocco dell’autotrasporto avrà effetti diretti sulla collettività, sospendendo i rifornimenti di beni nel settore del commercio e portando ad una impennata dei listini al dettaglio nei negozi e nei supermercati – afferma il presidente Carlo Rienzi – Una conseguenza inevitabile, considerato che l’85% della merce venduta in Italia viaggia su gomma, e un ulteriore danno per i consumatori, stremati al pari delle imprese dal caro-carburante. In tale situazione, dal Governo arriva un immobilismo vergognoso, e non si capisce cosa attenda l’esecutivo – conclude Rienzi – per azzerare immediatamente l’Iva su benzina e gasolio e ridurre le accise, anche in considerazione degli enormi guadagni incamerati dalle casse statali da novembre ad oggi grazie alla tassazione sui carburanti e alla crescita dei listini alla pompa”.

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