Nelle ultime ore molte persone hanno deciso di fare rifornimento di carburante in previsione di rincari ancora più pesanti e per non restare a secco con gli scioperi degli autotrasportatori dietro l’angolo. E per il ministro Cingolani gli aumenti sarebbero “una truffa ai cittadini”. LA FOTONOTIZIA


ISERNIA. Lunedì 14 marzo in tutta Italia parte lo sciopero dei camionisti, come annunciato da Trasportounito, l’associazione italiana degli autotrasportatori professionisti. “Per causa di forza maggiore”, si legge nei comunicati. E anche a Isernia si corre ai ripari: decine di persone in fila questa mattina in diversi benzinai della città per fare rifornimento di carburante.

Isernia, è corsa alla benzina (Foto: P. Ranieri)
Isernia, è corsa alla benzina (Foto: P. Ranieri)

L’aumento dei prezzi della benzina, divenuto costante nelle ultime settimane, sta mettendo in seria difficoltà l’intero settore trasporti, costringendo anche i pescherecci a fermarsi. In Italia l’85% della merce venduta viaggia su gomma e tra questi beni c’è anche – ironicamente – la benzina. Uno sciopero degli autotrasportatori significa anche l’impossibilità di rifornire le pompe, con effetti diretti anche sulla collettività. E così gli automobilisti stanno correndo a fare scorta, in previsione di tempi duri.

“Una conseguenza inevitabile e un ulteriore danno per i consumatori, stremati al pari delle imprese dal caro-carburante”, spiega il presidente Codacons Carlo Rienzi. “In tale situazione, dal Governo arriva un immobilismo vergognoso, e non si capisce cosa attenda l’esecutivo per azzerare immediatamente l’Iva su benzina e gasolio e ridurre le accise, anche in considerazione degli enormi guadagni incamerati dalle casse statali da novembre ad oggi grazie alla tassazione sui carburanti e alla crescita dei listini alla pompa”, conclude Rienzi.

C’è poi l’opinione del ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, secondo il quale la crescita dei prezzi “non è correlata alla realtà dei fatti, è una spirale speculativa su cui guadagnano in pochi”. E si tratta di “una colossale truffa a spese delle imprese e dei cittadini”. L’aumento vertiginoso del prezzo dei carburanti è “ingiustificato, non esiste motivazione tecnica di questi rialzi” che vengono addebitati alla situazione in Ucraina.

“L’Italia sta pagando per non aver diversificato la produzione energetica – ha spiegato Cingolani -. I nostri compagni Ue non si sono fermati come noi a gas e a poche rinnovabili. Anche con una spinta ambientalista falsa abbiamo ridotto la produzione di gas nazionale ma abbiamo continuato a consumarne. Ora dobbiamo diversificare e recuperare rapidamente il terreno perduto. Dopodiché serve una misura drastica”, ha detto spiegando che l’Europa sta lavorando a Repower Eu, un pacchetto che prevede diverse misure. “Chiunque esporta gas non può fare i conti senza l’Europa: serve un tetto massimo per il prezzo del gas, un costo appetibile da non affossare il mercato; si può discutere intorno a una cifra di 80 euro megawatt/ora che è già il doppio di quanto pagavamo un anno fa”, ha aggiunto il ministro della Transizione energetica, parlando a Sky Tg24.

“Se anche volessimo cambiare il nostro dosaggio energetico sarebbe tardi, ci vorrebbero anni, quello che possiamo fare è andare al massimo sul nostro gas che possiamo vendere alle piccole e medie imprese energivore a un prezzo controllato. Per lo stesso motivo adesso non avrebbe senso costruire centrali nucleari. Quello che non dobbiamo fare è perdere il treno delle nuove tecnologie. Dobbiamo accelerare le sorgenti rinnovabili”, ha concluso Cingolani.

Pierre