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Nuovo ospedale per Isernia o adeguamento del vecchio, il Pcl incalza: si poteva fare prima, anni persi a ‘tagliare’

Il partito di sinistra evidenzia il tempo perso ma ‘patteggia’ per la costruzione di una struttura ex novo. Poi lancia la bordata a Toma


ISERNIA. Il destino del Veneziale di Isernia torna alla ribalta della cronaca locale alla vigilia del Consiglio comunale incentrato sul Piano Sanitario, cui parteciperà il commissario/governatore Donato Toma, e alla luce dell’annuncio della volontà della Giunta regionale di stanziare fondi per la realizzazione di una nuova struttura ospedaliera per il capoluogo pentro.

Sull’argomento si registra così l’intervento del Partito Comunista dei Lavoratori che, pur patteggiando per la costruzione di un presidio sanitario ex novo che sia maggiormente rispondente alle esigenze della popolazione, evidenzia il tempo perso. Parla di lavori che potevano essere eseguiti già da anni, mentre invece si è scelto di tagliare servizi al Veneziale.

Il Pcl, con una dettagliata nota, ripercorre alcune tappe salienti della questione: “La vulnerabilità della struttura, che è divisa in due blocchi, uno ultimato nella seconda metà degli anni ’70 ed il secondo (DEA) dopo l’inizio degli anni ’80 è stata oggetto di una relazione tecnica – tratta da una pubblicazione del 2011: essa ne evidenzia la criticità poiché fa riferimento a normative antisismiche dell’epoca non ancora aggiornate. Criticità maggiore nel primo blocco (presenza di calcestruzzo con oltre 35 anni e di acciaio liscio), rispetto al secondo (DEA) con calcestruzzo più giovane e di migliore qualità, con le armature in acciaio ad aderenza migliorata. Se la vulnerabilità o vetustà della struttura era già nota alle autorità, il suo adeguamento o la sua ricostruzione ex novo doveva essere dunque già realizzata da anni! Ed invece hanno pensato solo a tagliare i servizi della sanità pubblica, anche per ingrassare quella privata ledendo fortemente e diffusamente il diritto alla salute. Quando – bontà loro – si sono decisi a stanziare i fondi, in ogni caso, non l’hanno fatto prevedendo la costruzione di un nuovo ospedale, bensì prevedendo un adeguamento sismico sulla struttura esistente, prevedendo di agire sull’anticorrosione del calcestruzzo vetusto, sul rafforzamento di travi e pilastri inadeguati, con nuovi materiali e quant’altro relazionato. Di qui lo stanziamento di 46 milioni 155 mila euro ex art.1 comma 95 L.145/2018 (Fondo investimenti in Edilizia sanitaria GURI del 04/10/2021), il che farebbe presupporre che i governi nazionale e regionale abbiano avallato, sino al 2021, una convenienza dell’adeguamento rispetto alla nuova costruzione, con lavori che sarebbero da ultimarsi tra ben 11 anni (nel 2033), se tutto andasse bene. Ed infatti i lavori di adeguamento, stante il decreto, sono così suddivisi nel tempo: 1.968.197,00 euro nel 2029, 8.615.715,00 euro nel 2030, 12.573.715,00 euro nel 2031, 13.382.090,00 euro nel 2032 e i restanti 9.615.715,00 euro nel 2033.

Sicché oggi, a distanza di pochi mesi, – prosegue il Pcl, non risparmiando bordate a Toma e alla sua squadra – la Giunta regionale, nell’imminenza delle nuove elezioni, cambia idea: annuncia la proposta di costruzione del nuovo ospedale di Isernia e non più dell’adeguamento.

L’inaffidabilità e il carattere irrazionale e ondivago del potere politico centrale e regionale nella gestione sanitaria, anche su questioni così delicate, emergono in tutta evidenza, ferme restando le cricche che l’orientano per favorire questo o quell’interesse forte. Di certo è che l’intervento di Toma al Consiglio comunale di Isernia sul tema appare scorretto anche nel metodo istituzionale, laddove orienta una discussione senza un previo esame autonomo del consesso, al netto della fuffa propagandistica per coprire anni di tagli al Veneziale. E dovrebbe essere preceduto dal previo ritiro immediato della pretestuosa chiusura sine die di medicina nucleare e da precisi impegni del ripristino e rafforzamento dei servizi del Veneziale vessati e tagliati in questi anni. Di certo è che ci batteremo per l’avvio quanto più celere della costruzione di un più sicuro, moderno, e accogliente ospedale, anche meglio ubicato per i collegamenti con le ambulanze; i pazienti necessitano di un conforto maggiore e devono vivere il ricovero in una stanza confortevole e non ammucchiati in casermoni, ciò che vale ovunque e non solo a Isernia ovviamente. 

In fondo anche attraverso questi interventi, che vanno sostenuti in tutto il Molise liberandosi delle idiozie campanilistiche, – conclude la nota – passa il processo di universalizzazione e umanizzazione dei servizi sanitari”.

Alessandra

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