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Isernia, Toma svela il Piano sanitario: l’hospice al Veneziale e nessun taglio, tutte le novità

Il governatore/commissario anticipa la programmazione 2022-24: stop al modello ospedalocentrico, sì alla nuova sfida della medicina territoriale. Sbloccati concorsi per rianimatori e cardiologi, avanti tutta con l’assunzione di infermieri e oss. I reparti esistenti saranno confermati in blocco, ma si punta a istituire un centro per le cure palliative sulla falsariga di Larino anche nel capoluogo pentro. GUARDA LA FOTOGALLERY


di Pasquale Bartolomeo

ISERNIA. I posti letto saranno confermati in blocco. Anzi, anche aumentati. E i reparti attuali resteranno tali, con nuove assunzioni per rialzare l’asticella e tornare a offrire servizi sanitari degni di questo nome.

Donato Toma spiega il ‘suo’ Piano operativo sanitario: lo fa dai banchi del Consiglio comunale di Isernia, dove è stato invitato nel pomeriggio di oggi quale ospite d’onore per discutere del Pos e del nuovo ospedale cittadino da realizzare nel prossimo futuro.

Il documento di programmazione sanitaria 2022-24, sul quale sta lavorando alacremente, a grandi linee ha già preso forma nella mente del governatore-commissario. Ma la fase di ascolto del territorio è appena cominciata e Toma si dice disponibile al confronto e al recepimento delle idee. In una seduta fiume dell’assise, il presidente della Regione non lesina spiegazioni, dettagli tecnici, ricostruzioni storiche. E parte subito da una distinzione, relativamente alle scelte da operare, che sono di tre tipologie: politiche, programmatiche e operative.

Le prime non competono al commissario, ma al governatore; le seconde sono invece di competenza commissariale, ma non arriveranno – precisa – prima della nomina governativa del nuovo subcommissario, al fine di evitare possibili rischiose impugnative su un atto importante come il Pos; infine, le scelte operative, con l’Asrem che ha il compito di mettere in atto tutto ciò che il commissario ha programmato. “Io posso controllare che le scelte operative siano adeguate alle scelte fatte, ma non posso intervenire sulle scelte sui territori dopo che io ho dato gli obiettivi. Bisogna rispettare i ruoli, senza commettere abusi”. Una premessa importante, nel ragionamento di Toma, che poi passa subito a delineare come sarà la sanità, in Molise, nel triennio 2022-24.

STOP AL MODELLO ‘OSPEDALOCENTRICO’. “La sanità ospedaliera sarà molto ridotta – anticipa ai presenti – ma occorre organizzarla sul territorio. Nel nuovo Pos ci sarà una corposa sezione di medicina ospedaliera che darà appunto tutela al territorio. Il modello ospedalocentrico, tipico del Nord Italia, ha fallito. Di qui la scelta politica di un rafforzamento della medicina territoriale. Ma nel Pos, si badi, come commissario devo applicare la normativa vigente: non posso scrivere Dea di II livello per Campobasso o ospedale di area disagiata rafforzata per Agnone, perché queste sono scelte politiche, che posso fare come presidente. Il commissario non può neppure trasferire una persona da Agnone a Isernia, per fare un esempio, o chiudere o aprire un Laboratorio analisi. La conferenza dei sindaci, ancora, non dialoga istituzionalmente col commissario – beninteso, io accetto il dialogo – ma col direttore generale dell’Asrem, ed esprime anche un parere, non vincolante, sugli obiettivi raggiunti. Questo per dire che, come commissario, io oltre certe competenze non posso andare. Quando vado a discutere del Patto per la salute, in qualità di presidente, chiedo infatti le deroghe per il Molise, come ho già fatto e farò. Il Patto ci consentiva di fare molte cose che non sono state compiute a causa della pandemia, durata ben due anni. Un Dea di II livello a Campobasso ‘trascinerà’ un Dea di I livello a Isernia e Termoli, ma questo compete a livello politico in sede di revisione del Decreto Balduzzi, cosa che sta avvenendo in questo momento”.

IL POS ‘SCADUTO’ E I CONCORSI. “Più di qualcuno – ha continuato Toma – ha detto che col Pos 2019-21 io avevo chiuso l’Emodinamica a Isernia e il Punto nascite a Termoli, cose assolutamente false. La programmazione è una cosa, l’attuazione è un’altra, che si fa con i decreti commissariali e con gli atti aziendali dell’Asrem. Lo avevo premesso e oggi che è spirato il termine del 31 dicembre 2021 sono i fatti che lo confermano: io non ho toccato nulla a Isernia. Ciò che non funziona non è dovuto al fatto che non è previsto, ma al fatto che mancano le assunzioni. Ora la maggior parte dei concorsi è a tempo indeterminato, da quando io sono commissario. Il segreto è quello. Pensiamo ai rianimatori: abbiamo avuto 11 idonei, sette di essi saranno assunti, stiamo attendendo il nulla osta delle amministrazioni di provenienza. Abbiamo sbloccato i primariati e la gente risponde, non è pensabile altrimenti lavorare in un reparto senza capire chi è il responsabile. Ne è un esempio la Ginecologia, dove abbiamo sbloccato la situazione. Abbiamo espletato un concorso per Cardiologia e confidiamo che i vincitori siano anche emodinamisti, mar se non lo sono faranno il corso e lo diventeranno, perché certe figure bisogna inventarsele”.

Insomma, il governatore è fiducioso: a breve, Isernia ristabilirà i turni di Emodinamica come Termoli, h24 per 365 giorni l’anno.

Poi annuncia che il concorso per infermieri (4mila domande per 45 posti, con necessità di preselezione), sarà elevato nel numero di assunzioni. E che sono 1.500 le domande arrivate per gli operatori socio-sanitari. C’è anche l’altra faccia della medaglia, il concorso per medici del Pronto Soccorso, che è andato praticamente deserto. “Ne faremo un altro, studiando come renderlo più appetibile e valorizzando al meglio le risorse che già sono impegnate in reparto. Puntiamo a risolvere le urgenze: l’Asrem mi aveva presentato un piano assunzionale da 930 persone ma non le ho autorizzate tutte, è una questione di copertura finanziaria”.

TUTTI I REPARTI: COSA (NON) CAMBIA. All’ospedale di Isernia, giura il governatore, “rimane tutto come previsto nell’Atto aziendale per il periodo 2015-18, per ora. E dico per ora perché, anzi, puntiamo ad aggiungere, non a togliere”.

Al Veneziale dunque sono previste la Cardiologia, la Chirurgia generale, il Nido, l’Oculistica, l’Ortopedia e Traumatologia, l’Ostetricia e la Ginecologia, la Psichiatria, l’Otorino, la Pediatria, l’Anestesia e Rianimazione, l’Unità coronarica con 5 posti letto nell’ambito della Cardiologia (qui c’è l’Emodinamica), il Recupero e la Riabilitazione funzionale. Poi ancora la Lungodegenza (per la quale ci sarà una modifica su tutto il sistema regionale e a Isernia spetterebbero 10 posti di hospice, come a Larino, per le cure palliative); l’Oncologia, il Laboratorio analisi, il Centro trasfusionale, il servizio di Emodialisi (ma qui non sono previsti posti letto), la Radiodiagnostica, la Terapia del dolore (con un solo posto letto ma Toma vorrebbe portarli a 10, budget permettendo, anche qui con una precisa scelta politica), la Chirurgia endoscopica.

Il totale è di 163 posti letto tra ordinari, day hospital e day surgery; ma col nuovo ospedale che intendiamo realizzare “dovremmo averne 200”, ha concluso Toma.

CASE DI COMUNITÀ E ALTRI INVESTIMENTI. Nella prossima programmazione, nell’ambito del Pnrr, entreranno a far parte le ‘case di comunità’ (13in tutto in regione, di cui 9 finanziate), una delle quali prevista anche su Isernia. Si tratta di strutture sanitarie promotrici di un modello di intervento multidisciplinare, nonché luoghi privilegiati per la progettazione di interventi di carattere sociale e di integrazione socio-sanitaria.

Sono previsti anche interventi di rafforzamento sugli ospedali di comunità di Venafro (che ha 20 posti di Rsa già approvati, ma che devono essere attivati) e Larino, per un totale di 6,2 milioni di euro. Ci sarà la Centrale operativa territoriale a Venafro, per avere una presenza territoriale diffusa e saranno infine acquistate 23 nuove grandi apparecchiature per 7 milioni 280mila euro, con cui sostituire tutti i vecchi macchinari.

GUARDA LA FOTOGALLERY DEL CONSIGLIO (di PINO MANOCCHIO)

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