L’intervento di Roberto Cimini, presidente regionale Figisc Confcommercio
CAMPOBASSO. Sulla crisi determinata dall’impennata dei prezzi dei carburanti interviene Roberto Cimini, presidente Federazione Italiana Gestori Impianti Stradali Carburanti Confcommercio Molise, la federazione che tutela i gestori degli impianti di carburante.
“Prima di qualunque considerazione, una premessa – afferma Cimini – qualunque sia il prezzo della benzina che vi viene chiesto di pagare, ricordate che al benzinaio con la divisa che vedete nel distributore vengono sempre e solo 3,5 cent/litro, qualunque sia il prezzo! E con quei 3,5 cent deve pagarsi tutti i costi, le tasse, la previdenza e, forse, remunerare il proprio lavoro”.
Ma il responsabile della Figisc entra nel merito: “Dallo scoppio della guerra in Ucraina, la quotazione internazionale dei prodotti raffinati è cresciuta del 18 % per la benzina e del 30 % per il gasolio, con un conseguente aumento del prezzo finale alla pompa, sul quale pesano un’accisa di 0,728 euro/litro per la benzina e di 0,617 per il gasolio, più IVA. Le cause di ciò – prosegue Cimini – non sono solo dovute alla guerra in Ucraina: i prezzi di gas e luce sono in tensione da mesi e da fine gennaio anche il petrolio stava sopra 80 dollari al barile. Ma la guerra ha fatto esplodere i prezzi, anche al di là dei timori che le sanzioni decretate contro la Russia possano far venir meno una parte dei prodotti e ci si è aggiunta una forte speculazione internazionale: non vi è oggi una autentica giustificazione a questi prezzi, che contribuiscono a mettere ulteriormente in crisi imprese e famiglie già provate dai costi delle altre fonti energetiche”.
In questa fase di confusione le tendenze del mercato appaiono sempre più imprevedibili: “Non siamo in grado di capire cosa succederà nel breve termine e l’impressione è che siamo di fronte ad un periodo lungo di instabilità e prezzi pesantissimi, e non sarà certo la cosiddetta transizione energetica a tirarcene fuori. Non si schiaccia un bottone ed improvvisamente tutto si risolve con le fonti alternative, oppure si cambia dall’oggi al domani un fornitore importante. La categoria dei gestori – dichiara ancora il presidente della Figisc Molise – è penalizzata da questa crisi quanto lo è il consumatore. Era già provata dalla prolungata stagione della pandemia, con una drastica perdita di vendite; poi è arrivato il costo dell’energia elettrica, che già prima dei rincari valeva un 20-25 % dei nostri costi, infine ora l’aumento della merce che vendiamo con un enorme incremento della nostra esposizione finanziaria verso il fornitore e delle spese delle commissioni bancarie”.
Infine le conclusioni: “Il benzinaio lavora a margine fisso, non già a percentuale sul valore del prodotto – afferma Cimini – così sono fatti i contratti in questo settore. Vuol dire che ogni situazione che aumenta i costi taglia ulteriormente il nostro piccolo margine e porta inevitabilmente ad un forte segno negativo della gestione economica”.