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Il Parco del Matese unisce il Consiglio comunale. Guacci: persi 30 anni, si guardi al futuro del Molise

L’argomento discusso oggi. La mozione di iniziativa di Pd e La Sinistra, come quella sull’accoglienza dei profughi ucraini


CAMPOBASSO. Accoglienza profughi provenienti dall’Ucraina er Parco nazionale del Matese. Questo il tema delle mozioni, entrambe di iniziativa del Pd e de La Sinistra, discusse oggi in Consiglio comunale.

Votata all’unanimità la mozione riferita a Campobasso quale città solidale con tutte le realtà di popoli migranti e di profughi di guerra, anche in considerazione delle politiche di accoglienza che l’amministrazione comunale di Campobasso da sempre ha messo e mette in atto nell’ambito dell’accoglienza, tanto in situazione di direttive e leggi nazionali, quanto in collaborazione con la rete di volontariato presente in città e in regione

Voto unanime anche sulle azioni di sostegno da parte dell’assemblea e dell’esecutivo sul parco nazionale.

Una storia che nasce da lontano, ha ricordato il consigliere del M5s Corradino Guacci, iniziata circa 30 anni fa. “Nel 1992 – ha detto Guacci – promuovemmo un comitato per recepire, con una legge di iniziativa popolare, il recepimento della legge quadro sulle aree protette licenziata nel dicembre del 1991. Raccogliemmo oltre 15mila firme in poco più di un mese. Un risultato straordinario possibile grazie alla vicinanza di un sindacato, la Cisl, che credeva fermamente al riscatto delle aree interne. Arrivati al deposito della legge, con una classe politica ormai rassegnata al volere popolare, accadde un incidente: una storica associazione ambientalista, forse per una ritenuta scarsa visibilità all’interno dell’operazione, espresse delle perplessità sul testo legislativo In questo varco, con rinnovato vigore si inserì la politica di allora, non favorevole, alle aree protette, e bloccò l’operazione. Facendoci perdere altri trent’anni di tempo”.

“Anche io ho esultato, come tanti molisani, alla notizia dell’inserimento, nella legge di bilancio 2017, della norma riguardante l’istituzione del Parco del Matese, ma mi son dovuto presto ricredere -ha aggiunto Guacci – Infatti, anche nel caso del Parco del Matese si sono subito attivati gruppi di pressione, alcuni dei quali meno visibili ma non per questo meno efficaci, guidati da chi aveva tutto l’interesse a mantenere salda la presa sul territorio sulla montagna. Questo ha prodotto i suoi effetti: abbiamo visto stravolgere la perimetrazione elaborata dall’ISspra realizzata sulla base di conoscenze e competenze non influenzata da interessi personali e/o partitici, e poi abbiamo visto la perimetrazione partorita dalla Regione Molise che definirei con un eufemismo ‘inusuale”’ tendente a lasciare molti territori fuori dai confini del nascente parco, anche molto importanti non solo dal punto di vista degli habitat ma anche del rilievo storico-architettonico. 

“Che dire poi – ha rimarcato ancora Guacci – dell’assurda esclusione dell’area relativa alla stazione sciistica di Campitello Matese. Chissà quali altri sprechi di denaro pubblico ha in mente una certa classe politica, Campitello, è sotto gli occhi di tutti, è nata come speculazione immobiliare. Oggi tra i boschi che circondano la piana di Campitello, numerosi sono gli immobili abbandonati veri e propri ruderi che imbruttiscono e deturpano l’ambiente. Mi auguro – ha detto in conclusione Guacci – che, alla fine, il buon senso prevalga, e la si smetta di ostacolare la nascita e lo sviluppo di un’idea che in molte altre realtà regionali ha costituito non la bacchetta magica ma un concreto volano per lo sviluppo delle comunità locali.”


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