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La rinascita di Persia: “Volevo rescindere, ma il Lupo ha creduto in me”

Il mediano rossoblù, protagonista di un grande campionato, ci racconta dei giorni difficili dopo il secondo grave infortunio al ginocchio: “Non me la sentivo di gravare sulla società senza giocare. Ringrazio il club, Il ds De Angelis e il mister che mi hanno aspettato e ora sono felice di aver dato il mio contribuito per la salvezza”. Squalificato, non giocherà a Catanzaro: “Ma con i miei compagni tenteremo l’impresa playoff”.


di Maurizio Cavaliere

E’ il motore del centrocampo rossoblù, a pieni giri davanti alla difesa, corre e smista palloni, ma soprattutto rompe il gioco avversario. In più Angelo Persia s’infila nell’area avversaria e, all’occorrenza segna. I tre gol di questo campionato hanno sorpreso anche lui: “Sì, non me l’aspettavo – ci racconta il 23enne abruzzese – mi sono inserito più che altro d’istinto ed è andata bene”.

Ha appena terminato il primo allenamento settimanale insieme con i compagni. Due giorni fa la festa salvezza a Selvapiana, un bel pomeriggio di emozioni, nonostante fosse tutto già scritto dal giorno prima per via della vicenda Catania.

Ma il Lupo si sarebbe salvato comunque: sconfitta la Fidelis Andria e 4-1 netto alla Vibonese: nel tabellino, tra i marcatori, figura anche il suo nome, bella la sua girata a incrociare, dopo lo stop di petto.

Perciò oggi sorride il ragazzo di Civitella Roveto, paesino della Marsica, felice di aver contribuito, e tanto, al raggiungimento di un obiettivo importante per squadra, tifosi e città.

E’ passato poco più di un anno da quel maledetto giorno di marzo in cui il suo ginocchio sinistro fece di nuovo ‘crac’. Se lo era già rotto sei mesi prima ed era appena tornato a correre, ingaggiato dal Campobasso (il ds De Angelis lo aveva già avuto ad Avezzano) e voglioso di dimostrare il suo valore dopo il campionato in C con la Fermana (13 presenze e un gol).

Ventidue anni, quindi ancora molto giovane, e già due infortuni seri al ginocchio. Arrivato in un nuovo club che aveva scommesso su di lui dopo l’infortunio dell’agosto 2020 a Fermo, dopo qualche giorno di allenamento si è di nuovo rotto il crociato. Possiamo solo intuire parte del dramma non solo sportivo che questo ragazzo ha dovuto affrontare. “Volevo andare via e non essere un peso per la società. Non volevo essere sotto contratto senza poter giocare”. Persia disse alla società che avrebbe preferito rescindere il vincolo che lo legava al lupo. Ma il Campobasso lo ha aspettato e, finito il campionato di serie D che si è concluso con la promozione in C, lo ha riabbracciato con un nuovo contratto firmato sei mesi fa, ottobre 2021. Nel frattempo il ragazzo si era guadagnato la stima di tutti e aveva sudato come un matto per rimettersi in condizione.

Angelo Persia in azione sotto lo sguardo di Cudini – Foto Maurizio Silla. In alto il gol in mezza girata contro la Vibonese

De Angelis e Cudini capiscono di calcio, perché con Persia hanno ridato ossigeno e gamba al centrocampo rossoblù, proprio mentre il reparto sembrava segnare il passo. In campo andavano sempre gli stessi: Bontà e Candellori, fedelissimi di Cudini e il giovane Tenkorang: impossibile continuare senza un quarto potenziale titolare. “Non era da tutti aspettare un giocatore che veniva da due infortuni del genere – ci ripensa Persia – Sono contento che sia andata in questo modo e ringrazio tutti. Anche perché qui a Campobasso mi sono trovato ottimamente dall’inizio”. Bene in città e con i compagni di appartamento Raccichini e Fabriani, e bene pure in campo fianco a fianco con il calciatore che pare la sua controfigura: Candellori. “Con Kevin abbiamo un grande feeling. Sappiamo pregi e difetti l’uno dell’altro: sì, ci completiamo. Io a volte gioco più dietro e so che quando avanza lui, in copertura devo andare io e viceversa. Ce lo dice il mister, ma lo capiamo anche da soli (ride)”.

Angelo è cresciuto nelle giovanili della Roma, poi è tornato ad Avezzano dove ha giocato tre anni in D. E ancora la parentesi di Teramo e la Fermana. Aveva i capelli lunghi, al tempo: fisicamente pareva Matias Almeyda della Lazio. Oggi si sente più maturo di allora. “Negli ultimi tempi ho guadagnato qualcosa in esperienza. Sento di avere più fiducia nei miei mezzi e forse, dopo gli infortuni, ho imparato ad essere più sereno”.

Sereno ma desideroso di scalare nuove tappe nel calcio, magari salire di categoria, chissà. “E’ il sogno di tutti, ma ora non ci penso. Sono concentrato su quello che sto facendo qui e ora a Campobasso”. D’altronde compagni e tifosi gli vogliono bene, il tecnico lo stima, va benissimo così, no?

In campo è un riferimento prezioso, tocca molti palloni. Aveva cominciato da mezz’ala nelle prime apparizioni di novembre, poi Cudini lo ha piazzato davanti alla difesa. Una sorta di pastore abruzzese, già perché il pitbull è Candellori.

Quando gli ricordiamo la ‘calata’ dei lupi alla fine del girone d’andata e la clamorosa riaccelerazione nel ritorno e quindi gli chiediamo quale sia stata la forza di questo Campobasso, non sembra avere dubbi: “Ci sono stati momenti difficili, come in ogni campionato, ma noi siamo rimasti squadra, sempre uniti, pronti a buttarci alle spalle le chiacchiere e le critiche”.

Critiche, per fortuna di pochi, che ora lasciano spazio per tutti ad un sogno difficile da realizzare ma assai stimolante: i playoff. “Perché non crederci? – dice Persia – E’ chiaro che dobbiamo vincerle entrambe per avere delle concrete possibilità di farcela. Certo che ci proveremo” conclude con un misto di determinazione e di rammarico perché lui a Catanzaro non ci sarà per squalifica. Aveva saltato anche la trasferta di Pagani dove i lupi persero 2-1. Ma stavolta potrebbe andare diversamente. Lo spera davvero pure Angelo Persia che sogna di giocare un’altra partita emozionante e decisiva, all’ultima giornata contro il Potenza, pronto a spezzare il gioco avversario e a mordere in fase offensiva, sorprendendo se stesso ma non i tifosi rossoblù e Cudini che ormai lo conoscono bene.

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