HomeNotiziePOLITICA & ATTUALITA'Documento di indirizzo strategico regionale, bocciatura di Fanelli: confronto farsa

Documento di indirizzo strategico regionale, bocciatura di Fanelli: confronto farsa

In merito ai contenuti del documento e al dibattito svolto in Consiglio regionale


CAMPOBASSO. “Due anni di tempo, dall’avvio del processo di programmazione, per due ore di tempo in Consiglio regionale. Una farsa di confronto politico, per sprecare la più grande capacità di programmazione per il prossimo settennio”. Lo ha dichiarato il capogruppo regionale del Pd Micaela Fanelli sul Documento di indirizzo strategico regionale.

“Di circa un miliardo e mezzo di coesione (compresi fondi per agricoltura e fondo di sviluppo e coesione), si definisce la prima parte, di circa 500 milioni di euro, per licenziare un documento di programmazione tecnicamente puntuale, ma politicamente senza anima – le parole della dem – Un atto che si completa entro il giorno di Pasqua, con l’invio dei figli alla Commissione: i Por che neanche verranno mai esaminati da partenariato e Consiglio regionale, depositario da Statuto delle competenze in materia di programmazione. Né dal partenariato”.

“Un documento – ha aggiunto – che può superare il vaglio ispettivo dei funzionari della Commissione europea perché rispetta i criteri asettici dei regolamenti comunitari, ma che non offre alcuna visione identitaria forte dell’amministrazione in carica, delle missioni di programmazione enunciate mille volte da Toma e declinate in DEF regionali rimasti carta straccia Come il programma per il turismo, che ora doveva cospicuamente trovare il suo polmone finanziario e viene rilegato in un angolo. E ancora per varare definitivamente un finanziamento strutturale per la “nostra” filmcommission, essendo il Molise fra le poche regioni a non averne una. Sarebbe questo il tempo di fare come la Basilicata che puntò tutto sul proprio Por Fesr per varare il proprio “coast to coast” che avviò la stagione del grande lancio promozionale, chiusosi con “Matera capitale della Cultura”. Se non si finanzia tutto questo ora, sul documento in discussione, non ci sarà modo sul bilancio ordinario della Regione. Il Piano del turismo resterà lettera morta, o attuato con spot da due milioni di euro, come il neolicenziato bando di “turismo e cultura”, asfittico. O come per gli interventi della Fondazione cultura, privi di continuità strutturale. O, infine, come la Bit, una vetrina di un negozio al cui interno non ci sono i prodotti da vendere”.

“Ma non si trovano – sempre le parole di Fanelli – le tracce neanche delle discussioni sulle infrastrutture strategiche per il Molise. In materia energetica, si dice che non ci sono esperienze avviate sulle Comunità energetiche, laddove dal territorio si segnalano già iniziative in diverse aree, a partire da Mirabello e Frosolone. Nessuna vocazione, poi, per arginare lo spopolamento, dove l’obiettivo è declinato con risorse minime, niente a che vedere con altre regioni, come la Toscana, che ne fanno l’asse portante con un 30% delle risorse dedicate ad aree interne”.

“Preoccupante – l’ulteriore passaggio – è la parte su inclusione dei lavoratori e su occupazione, che dimentica le molte sacche di lavoratori, a partire dai 518 LSU che da ieri non sono più impiegati e che non stanno avendo risposte. Citato di striscio con una sola parola lo smartworking. Non si intravede un’anima per le tre città principali, né misure per la valorizzazione naturalistica, a partire dal Parco del Matese o i sistemi di controllo ambientale specificamente considerati, ad esempio quello per Venafro. Estremamente basso l’importo per la sanità e l’assistenza, pari a 1,5%- 3% di Fesr ed Fse. Nessun accenno alle strategie europee, o ai programmi come Eusair o di bacino, come gli interventi sulla Cooperazione Territoriale. Sembra dispersa la vocazione europeista di Toma, estromesso dal Comitato delle Regioni e delle autonomie, con la sede di Bruxelles chiusa e con un documento strategico che non guarda fuori dai confini fra Moldaunia e Molisannio”.

“Pochi gli accenni, infine, alle condizioni che più di tutte stanno minando le basi economiche e sociali del Molise, come delle altre regioni europee: il covid e la guerra in Ucraina, con gli impatti in materia energetica e conseguenze sui prezzi e gli indici di inflazione galoppanti. Il documento, basandosi su matrici sicuramente antecedenti alla guerra, non ne parla quasi. Servirebbero, in particolare, misure specifiche per la povertà assoluta e relativa in crescita dopo il covid e misure contro l’usura”.

“Aver perso il negoziato sulle risorse e aver evitato il cofinanziamento – ha rimarcato ancora Fanelli – restituisce al Molise un programma scheletrico in riferimento alle risorse. Che altra enorme occasione sprecata. La più grande”. 

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