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Il fratino e la ferrovia: si riaccendono i riflettori sul caso della linea bloccata per 22 anni

La questione torna d’attualità con la recente aggiudicazione della gara per la progettazione e la realizzazione del raddoppio della tratta Termoli – Ripalta


TERMOLI. Una linea ferroviaria bloccata per 22 anni: la recente aggiudicazione della gara per la progettazione e la realizzazione del raddoppio della tratta Termoli – Ripalta ha riacceso i riflettori sul caso del fratino, da sempre al centro di una accesa battaglia ambientale.

Un problema di mala burocrazia, più che di effettive criticità, visto che Fratino (come pure la Ghiandaia Marina) nidificano sì – è stato finalmente stabilito – ma solo sulla sabbia e vicino al mare. E la ferrovia non passa vicino al mare.

Della questione, nelle ultime ore, si è occupato il Fatto Quotidiano, ma anche la trasmissione di Canale 5 Mattino 5, con una intervista all’ornitologo molisano Nicola Norante.

“La costa molisana – ha ricordato l’esperto – è lunga 35 chilometri, la metà dei quali spetta al territorio di Campomarino. In questa zona. In questa zona, negli anni Settanta, c’era una concentrazione media stimata da noi ornitologi di circa 30 coppie di fratini nidificanti contro le due attuali. Il fratino in questo momento depone a 10 metri dalla ferrovia. E il progetto prevede che questa ferrovia si stacchi dal mare di due chilometri e mezzo, quindi semmai ne beneficerebbe.

Il problema rilevato, nell’accertare meno coppie nidificanti in questo tratto, è l’erosione marina che ha tirato via dalla costa qualcosa come 50 metri di arenile.

Purtroppo – ha evidenziato l’esperto – nella rete Natura 2000 sono stati commessi diversi errori nel citare alcune specie all’interno di ecosistemi nei quali non sono mai esistite. E questo- ha evidenziato l’esperto – probabilmente è succcesso perché è stato fatto ‘a tavolino’ , anziché interpellare gli ornitologi”.

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