La bara di Romina De Cesare all'ingresso della chiesa

I funerali della 36enne uccisa a Frosinone. Monsignor Cibotti duro nella sua omelia: “Non si può amare quando si uccide”. VIDEO E FOTO


di Pasquale Bartolomeo

CERRO AL VOLTURNO. Palloncini bianchi si librano nell’aria, leggeri, tra la pioggia: sembrano quasi le ali di un angelo, volato via troppo presto, staccatosi da terra contro la sua volontà, lasciando più soli, attoniti, quanti gli avevano voluto bene.

Gli applausi prima, poi il silenzio, surreale. E una dura omelia del vescovo, Camillo Cibotti, che sceglie parole sferzanti. Un monito per quanti, oggi, con la vita, il bene più prezioso, giocano fino a distruggerla.

Così si è svolto l’ultimo saluto a Romina De Cesare, la 36enne di Cerro al Volturno assassinata dal suo ex compagno, Pietro Ialongo, lo scorso 2 maggio.

“Un amore che non è stato compreso, ma travisato, calpestato, ucciso, violentato”: Cibotti fotografa l’accaduto con chirurgica precisione.

IL VIDEO INTEGRALE DEI FUNERALI

Il presule ha officiato i funerali nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo a partire dalle 16 di oggi, di fronte a una comunità, anzi due comunità sgomente. Non solo Remo Di Ianni, sindaco di Cerro, che ha proclamato il lutto cittadino e, con la voce spezzata dalla commozione, ha ricordato la 36enne nella chiesa; ma anche il sindaco di Pizzone, Vincenzo Di Cristofano, tra i banchi della parrocchia per l’ultimo saluto a Romina. Pietro Ialongo, infatti, è pizzonese da parte di madre: e anche il piccolo centro della valle del Volturno porta lo stigma del lutto, in una giornata resa ancor più spettrale dalla pioggia e dal freddo.

LA VIDEOINTERVISTA AL SINDACO DI CERRO

“Non si può amare quando si uccide, l’amore ha solo un fine, dare vita”: parole dure, quelle del vescovo, in una parrocchia piena di giovani, gli amici di Romina. Ragazzi che non la vedevano da tempo, lei che si era trasferita prima in Francia, da sua madre, anche lei scomparsa prematuramente; poi a Frosinone, sempre con Pietro accanto, per lunghi anni, fino a una tragica morte. Amici che la ricordano come una ragazza semplice, buona. “Sembravano così affiatati, in sintonia. Lei era così, con un’aria angelica, come in quella foto in cui ora la conoscono in tutta Italia”, dichiara un’amica tra le lacrime, ricordando la sua relazione con quello che è diventato il suo assassino. “Non è possibile”, commenta ancora sconvolto un altro giovane che la conosceva da sempre.

“Romina si era illusa che quello che aveva trovato fosse amore o forse aveva capito che l’amore che aveva trovato non era era quello giusto – così ancora Cibotti – Chi compie questi gesti non ama, ecco quale insegnamento viene da questo momento”.

Palloncini rosa all’ingresso del paese, ragazzi con il nastro rosso del femminicidio sul petto, altri palloncini, bianchi questa volta, all’uscita del feretro: Cerro, nel dolore, si è unita più che mai nel ricordo di una vita spezzata troppo presto. Nei pressi del parco giochi, in sua memoria, sorgerà una panchina rossa.

Romina, anche lei, è già un simbolo: di un amore “che nasce solo nei cuori puri, che è desiderio di pace e di armonia”, conclude Cibotti in una cerimonia toccante.