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Bilancio, l’attacco del M5s: “La maggioranza non esiste, assurdo appello alla responsabilità dell’opposizione”

Bocciatura sui contenuti del documento di programmazione e sul metodo seguito per approvare la nuova legge elettorale, in una conferenza stampa convocata prima dell’inizio della seduta del Consiglio regionale


CAMPOBASSO. Bilancio regionale, arriva la bocciatura di metodo e di merito del M5s. Che punta il dito sulle divisioni nella maggioranza, le stesse che hanno portato alla precedente seduta alla caduta del numero legale.

“Sul numero legale non si può chiedere responsabilità ai consiglieri di minoranza – le parole del capogruppo Andrea Greco – La maggioranza non esiste più, ma è composta da una serie di soggetti politici aggregati per opportunismo politico e quattro anni fa per vincere contro il M5s. La conseguenza è che sono quattro anni che non governano”.

Un attacco arrivato nel giorno in cui il Consiglio regionale è tornato a riunirsi per votare la Legge di stabilità e il Bilancio di previsione 2022/24.

“Con i nostri emendamenti – ha precisato Greco – chiedevamo trasparenza su quanto spende la Regione Molise per la sanità privata accreditata. Ed in particolare chiedevamo che le fatture per le prestazioni erogate venissero pagate solo a valle di un controllo tecnico-formale, da eseguire entro due mesi dalla fatturazione. Ad oggi, a quanto ci ha detto in aula il direttore generale della sanità Lolita Gallo, il Molise sta controllando adesso le fatture del 2020, con due anni di ritardo. Un controllo che avviene peraltro a campione, sul 10% delle fatture, percentuale che noi chiedevamo di portare al 50%”.

Sempre in materia di sanità, sollecitata anche la revisione del meccanismo della mobilità attiva, con il M5s che aveva proposto di erogare agli operatori privati il 50% delle prestazioni fornite a pazienti di fuori regione e di versare il restante 50% dopo il rimborso operato dalle Regioni.

“Proposta che ci è stata bocciata – ha rimarcato sempre Greco – dalla maggioranza allargata, includendo quindi anche i consiglieri Iorio e Romagnuolo, che sulla sanità si ricompatta”.

Bocciatura, fondamentalmente di metodo, anche sulla nuova legge regionale, che porta al 5% la soglia di sbarramento per essere eletti in Consiglio regionale.

“Una proposta – ha affermato Valerio Fontana – di cui siamo stati messi al corrente 5 minuti prima che venisse portata in discussione, con un vero e proprio blitz notturno. Una riforma che tiene fuori dal Consiglio tutta la parte civica, a cui ci appelliamo, rendendoci disponibili a supportare il loro diritto alla rappresentanza”.

Fabio De Chirico ha puntato il dito sul credito fiscale che la Regione vanta nei confronti del Mef, 32 milioni di euro, che è stato inserito nel documento di previsione e che per il consigliere pentastellato è una “somma ipotetica“ che potrebbe non essere incassata, facendo saltare gli equilibri del bilancio. Mentre Vittorio Nola ha parlato di strumento “senza una visione strategica sul Molise”. Evidenziando che nulla contiene sul tema dell’emergenza cinghiali.

Alcuni passaggi delle leggi portate in aula sono state però votate, a partire da quelle che riguardano il Trasporto pubblico locale.

“Da tempo – le parole di Angelo Primiani – chiediamo una riforma organica del settore che vada a rimettere al centro i pendolari e garantisca tutele prima ai lavoratori e poi alle ditte. Una riforma organica che non c’è, anche se abbiamo votato favorevolmente su proposte che riguardano il meccanismo di trasparenza sui fondi per le aziende del Trasporto pubblico locale e sulla ridefinizione dei parametri per l’erogazione dei fondi, con la revisione del costo chilometrico, che a Termoli, ad esempio, passa da 4 euro e 50 a 1 euro e 50, con una evidente razionalizzazione dei costi”.

Carmen Sepede

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